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ZURIGOHassan Kiko si difende: «È stato un rapporto consenziente»

21.12.16 - 11:56
È iniziato oggi il processo d'appello ai danni del 28enne siriano accusato dello stupro di una ragazza di 15 anni
Hassan Kiko si difende: «È stato un rapporto consenziente»
È iniziato oggi il processo d'appello ai danni del 28enne siriano accusato dello stupro di una ragazza di 15 anni

ZURIGO - Al processo d'appello che a Zurigo lo vede accusato dello stupro di una ragazza di 15 anni, Hassan Kiko ha ribadito che si è trattato di un rapporto consenziente. Il 28enne era evaso in febbraio dalla prigione di Dietikon (ZH) con l'aiuto di una secondina.

Il siriano, arrivato in Svizzera nel 2010 e già condannato per reati a sfondo sessuale, è accusato di violenza carnale per un rapporto avuto con una ragazza nel dicembre 2014 - la sera prima del 16esimo compleanno di lei - mentre si trovava nell'auto di un amico nel parcheggio di un locale di Schlieren (ZH).

Davanti al Tribunale cantonale di Zurigo, il 28enne ha ripetuto oggi la tesi che ha sempre sostenuto: il rapporto sarebbe stato consenziente e la ragazza le avrebbe detto che aveva 19 anni.

La vittima dello stupro è stata ascoltata all'inizio del dibattimento, in assenza dei giornalisti e del pubblico. Questi sono stati ammessi al processo soltanto al momento della deposizione dell'imputato.

Al processo d'appello si è arrivati in seguito al ricorso di Hassan Kiko contro la condanna a 4 anni inflittagli un anno fa dal tribunale di prima istanza. Angela Magdici, la secondina 32enne che lo scorso febbraio lo aveva aiutato a fuggire dalla prigione di Dietikon era stamattina l'unica spettatrice del processo.

La storia fra i due sembra andare avanti: il siriano ha detto che intende mantenere la relazione anche se sarà condannato e a proposito dell'ex secondina ha affermato: "mi sosterrebbe anche se fossi morto".

La "secondina innamorata" comparirà a sua volta in gennaio davanti al Tribunale distrettuale di Dietikon, dove risponderà dell'accusa di favoreggiamento e aiuto all'evasione di detenuti. Il ministero pubblico chiede di condannarla a una pena detentiva di 27 mesi, di cui sette da scontare.

Ancora non è invece chiaro se il 28enne sarà processato anche per l'evasione dal carcere di Dietikon, avvenuta nella notte fra l'8 e il 9 febbraio. Il Tribunale cantonale deve ancora decidere in merito a un ricorso della procura contro un decreto d'abbandono emanato alla fine di ottobre dal Tribunale distrettuale di Dietikon.

Dopo la fuga dal carcere, il detenuto e la secondina si erano rifugiati in Italia. I Carabinieri hanno arrestato entrambi nelle prime ore del 25 marzo in un appartamento a Romano di Lombardia (Bergamo). Lei è stata estradata verso la Svizzera alla metà di aprile e rimessa in libertà dopo due settimane. Lui è stato estradato il 12 maggio e si trova da allora in carcere.

 

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