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BERNALa Svizzera vuole scoraggiare i rifugiati con un video

27.04.15 - 12:03
Scoppia la polemica. Alcuni politici si oppongono
La Svizzera vuole scoraggiare i rifugiati con un video
Scoppia la polemica. Alcuni politici si oppongono

BERNA - La Segreteria di Stato della migrazione (SEM), della consigliera federale Simonetta Sommaruga, ha caricato in rete un video che chiarisce le condizioni indispensabili per ottenere l'asilo in Svizzera. Il video si rivolge alle persone provenienti dai Balcani. Si tratterebbe di una "campagna per informare, non un deterrente", assicurano da Berna rispondendo alle domande poste dal "Tages-Anzeiger". 

Gli esperti della Sommaruga affermano di voler offrire informazioni corrette sulle possibilità che offre la migrazione, contrariamente a quanto promettono i rimorchiatori, venditori di illusioni. 

Serie TV pianificata in Nigeria - Quest'anno, sempre la SEM, in collaborazione con l'industria cinematografica nigeriana, realizzerà il progetto "Steps Missing", una serie televisiva di 13 puntate sull'immigrazione clandestina.

Dal mondo politico intanto, non viene digerita la spiegazione della SEM. Questa campagna non viene vista come informativa, ma come deterrente per spaventare l'immigrato. Come fu con il filmato trasmesso in Camerun nel 2006/2007, con l'aiuto delle autorità dell'immigrazione svizzere guidate, in quel periodo, da Christoph Blocher. Il quel video, il richiedente rassicurava il padre al telefono, convincendolo delle possibilità offerte dall'Europa. Per trovarsi, però, in strada a chiedere l'elemosina, finendo in manette. 

Anche l'Australia vuole fermare i rifugiati con dei video - Anche l'Australia ha lanciato una campagna contro i clandestini che è stata fortemente criticata dalle organizzazioni per i diritti umani. Sotto il titolo "No chance - non farete dell'Australia la vostra patria", il governo sta cercando di evitare l'arrivo di richiedenti l'asilo. 

"Se arrivate in barca senza visto, l'Australia non sarà la vostra casa", recita secco il video pubblicato in 17 lingue. Le norme si applicano a tutti: famiglie e anche bambini non accompagnati.

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