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Abbiamo visto il retro-futuro di Blade Runner 2049 ed è uno spettacolo

CINEMAAbbiamo visto il retro-futuro di Blade Runner 2049 ed è uno spettacolo

03.10.17 - 06:01
Il seguito della pellicola-culto degli anni '80 è una prova d'autore di quelle da incorniciare, e nel cast (strepitoso) c'è anche una ticinese
Sony
Abbiamo visto il retro-futuro di Blade Runner 2049 ed è uno spettacolo
Il seguito della pellicola-culto degli anni '80 è una prova d'autore di quelle da incorniciare, e nel cast (strepitoso) c'è anche una ticinese

LUGANO - Hollywood sta riscoprendo il cinema fatto bene? Viene un po' da chiederselo dopo aver visto "Blade Runner 2049" uscito poco dopo un altro filmone, quel "Dunkirk" che ci era piaciuto proprio tanto. E malgrado le due pellicole - questa diretta da Denis Villeneuve e l'altra da Cristopher Nolan - non potrebbero essere più diverse non è difficile trovarci almeno un paio di punti in comune. Ma andiamo con ordine.

"Blade Runner 2049" segue, 35 anni dopo, il film-culto "Blade Runner" che ai tempi fece veramente il botto. Fantascientifico ma non troppo raccontava la storia di un detective vecchio stampo (da film noir, per intenderci) interpretato da Harrison Ford e specializzato nella caccia ai replicanti, androidi tanto simili agli esseri umani da essere quasi indistinguibili.

Diretto da Ridley Scott colpì le platee di tutto il mondo non solo per trama e personaggi ma anche per la sua resa di un domani tetro, fuligginoso, illuminato al neon e decisamente decadente. E poi c'era quella battuta: «Io ne ho viste di cose che voi umani non potete neanche immaginare...», improvvisata lì per lì da un Rutgen Hauer in stato di  grazia e finita direttamente nella storia del cinema.

Se il primo episodio era ambientato nel 2019 (e ci viene un po' da sorridere), il seguito riprende proprio nel 2049 (quindi 30 anni dopo). Il mondo è cambiato, anche se poi non così tanto. Los Angeles è sempre una città-alveare incasinata, tecnologica ma non troppo e dalla duplice natura nippo-americana. Un melting pot bruciacchiato e affumicato dall'inquinamento che ormai ha reso il cielo di un grigio perenne.

K (Ryan Gosling)  è un replicante di nuova ideazione che lavora per la polizia cittadina. Il suo compito è quello di rintracciare ed eliminare i modelli della generazione precedente alla sua. Proprio durante una di queste missioni si imbatterà in una scoperta pazzesca che, di fatto, sconvolgerà la sua esistenza e accenderà la miccia del tutto.

Diciamolo subito "2049" è un film d'autore, non un sequel di quelli da cassetta, è un film pensato bene e realizzato anche meglio. Il cast è di quelli stellati con facce di peso nei ruoli-cardine Gosling in primis in una grande prova (non è mica facile fare l'androide) ma anche un ritornante e grintoso Harrison Ford e un Jared Leto super in forma a fare (ancora) l'arci-cattivo

Particolare plauso va anche ai personaggi secondari con un quasi irriconoscibile Dave Bautista (sì, quello del wrestling), un'emergente Ana de Armas nei panni della fidanzata virtuale Joi e, dulcis in fundo, la ticinese Carla Juri in un ruolo azzeccatissimo e recitato con la giusta delicatezza.

Ma, come già fu nell'originale e forse pure di più, a dominare sono le ambientazioni e quel fanta-futuro impossibile perché immaginato nel passato e, forse proprio per questo, ancora più ficcante. Non ci sono paralleli da trarre, metafore da intuire e grandi elucubrazioni mentali da fare. "2049" chiede solo di essere guardato - proprio sul grande schermo - lui e i suoi spazi sterminati, le sue strutture colossali e la colonna sonora tonante. 

È questa la sua più evidente similitudine con "Dunkirk" e una nuova Hollywood che sembra voler puntare molto sulla qualità, sulle storie senza troppi lazzi e sulla forza primordiale dell'immagine. E noi non potremmo essere più contenti.

Blade Runner 2049 arriverà nelle sale ticinesi il 5 ottobre. 

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