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Dario Argento al Festival: «Ecco come faccio paura, pure ai millenial»

CANTONEDario Argento al Festival: «Ecco come faccio paura, pure ai millenial»

09.08.17 - 06:01
Quattro chiacchiere con Dario Argento, ospite al Pardo, che (fra le altre cose) ci ha raccontato di quella volta che Mitterand salvò un film di zombi.
Pardo.ch
Dario Argento al Festival: «Ecco come faccio paura, pure ai millenial»
Quattro chiacchiere con Dario Argento, ospite al Pardo, che (fra le altre cose) ci ha raccontato di quella volta che Mitterand salvò un film di zombi.

LOCARNO - Un gradito ritorno quello di Dario Argento, ospite anche di questa 70esima edizione del Pardo, questa volta per presentare due pellicole dirette da due cinture nere del brivido.

La prima è “La notte del demonio” di Jacques Tourneur la seconda è “Zombi” del compianto George Romero che, a tutti gli effetti, è il papà dei morti viventi che di recente vanno un sacco di moda. «Non sono gli stessi zombi che ha inventato George però», tiene a precisare Argento, «hanno le stesse caratteristiche, sì ma la chiave di lettura è tutta diversa, lui gli aveva dato un forte elemento di protesta e di critica sociale».

Non è un caso che, ai tempi, la pellicola generò moltissimo scandalo: «È un film che è stato osteggiato in tutto il mondo, per l'Europa – in quanto produttore – mi sono impegnato personalmente rimaneggiando il montaggio e togliendo alcune scene affinché passasse le varie censure nazionali. Ma in una nazione in particolare venimmo respinti clamorosamente».

Quale? «In Francia, Romero ne era molto dispiaciuto, ci teneva moltissimo, ma a quei tempi (era il 1978, ndr.) il clima era molto conservatore. Per far sì che il film passasse abbiamo dovuto aspettare che cambiasse il governo (ride), ho tifato spudoratamente Mitterand. Una volta eletto abbiamo riproposto il film al vaglio della censura ed è passato! È stato un momento davvero entusiasmante».

Passano gli anni e certi film dell'orrore fanno sempre paura, altri meno, qual è il segreto per continuare a spaventare... anche i millenial? «Non penso ci sia una ricetta perfetta», spiega il regista, «l'horror non è matematica, ognuno ha la sua chiave. La mia viene dall'intimo: dalla mia psiche, dal mio subconscio e dai miei incubi. È un livello più basilare, fa leva su quella metà oscura che condividiamo tutti e che spaventa dall'Italia fino in Cina dove le mie raccolte in Bluray vanno benissimo!».

E se il suo cinema funziona ancora lo stesso non si può dire di tutte le altre produzioni italiane di un settore che è davvero un “morto che cammina”: «È innegabile che siamo in un momento molto difficile, non solo mancano i fondi ma vi è anche una sorta di rassegnazione diffusa: non c'è fantasia, voglia di osare, è davvero una desolazione».

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