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SANREMOFrancesco Gabbani in lacrime vince il Festival

12.02.17 - 08:19
Secondo posto per Fiorella Mannoia. Terzo Ermal Meta
Francesco Gabbani in lacrime vince il Festival
Secondo posto per Fiorella Mannoia. Terzo Ermal Meta

SANREMO - Il cantante toscano, un anno fa primo tra le Nuove Proposte con “Amen”, con la sua “Occidentali’s Karma” batte in finale la generosa Fiorella Mannoia, seconda (e Premio Sala Stampa) con “Che sia benedetta”, e la rivelazione di questa edizione, Ermal Meta, in gara con “Vietato morire”, che si aggiudica anche il Premio della Critica.

Francesco Gabbani all'annuncio della vittoria scoppia in lacrime. «Dedico questa vittoria a tutti quelli che mi hanno sostenuto, a mio fratello, a Fabio Ilacqua. E a te, Carlo, e a te, Maria, e tutti quanti voi. Di cuore». «Non me l'aspettavo, non me l’aspettavo davvero. Ci speravo in un angolino del mio cuore, ma non me lo aspettavo». Sono queste le prime parole di Gabbani dopo la vittoria. «Che gioia, ma devo ancora realizzare. È stato un anno intenso, emozionante. Questa è un'altra soddisfazione... Spero di riuscire a gestirla dal punto di vista emotivo». E sulla possibilità di andare all'Eurovision Song Contest risponde: «Sì! Ma devo ripassare l'inglese».

Quanto ai particolari della serata, il duetto virtuale tra Zucchero e Luciano Pavarotti sulle note di Miserere chiude idealmente, sul filo dell'emozione, un festival che si era aperto con l'omaggio di Tiziano Ferro a Luigi Tenco. La standing ovation del pubblico e la commozione sul volto del bluesman emiliano - per la prima volta superospite, a far pace con un evento che non l'ha mai premiato - suggellano una performance destinata a restare nella storia di questa edizione.

A segnare la finale, anche la presenza all'Ariston di Maurizio Crozza - ospite fisso delle cinque serate - che fa irruzione in teatro nei panni del senatore Antonio Razzi, una delle sue maschere cult. Torna anche Geppi Cucciari, che scuote la rassegna, schierandosi con la sindaca di Roma Virginia Raggi contro il titolo sessista di Libero ("Je suis patata bollente") e invocando la verità sul caso Regeni («Dopo un anno non abbiamo ancora capito perché è morto»).

L'Ariston balla con Alvaro Soler e premia Rita Pavone (quest’anno in giuria) per i suoi oltre mezzo secolo di carriera, mentre Enrico Montesano rievoca i tempi in cui si tornava a casa dal lavoro per seguire il festival e cantare, «mentre oggi si canta poco perché non c'è più lavoro».

Toccante, nel prologo della serata, l'esibizione dei Ladri di carrozzelle, la band nata 28 anni fa e formata da giovani diversamente abili, che dedicano l'inno “Stravedo per la vita” all'ex componente Piero Petrullo, morto suicida pochi giorni fa.

È tempo dei saluti finali: Carlo Conti fa “I migliori anni” ed elenca gli “io che”. «Io che sono figlio unico, finalmente ho trovato una sorella». E colei che lo ha affiancato nelle cinque serate, Maria De Filippi, risponde: «Grazie, anche per me sei un fratello, ti voglio bene. E voglio ringraziare la Rai: ho scoperto che in un'azienda di Stato lavorano tanti veri professionisti».

 

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COMMENTI
 

ErPupone1971 7 anni fa su tio
Chi è costui? Un parente dei salumieri di Lugano?!? Perché il canto e la musica non sa neanche dove stanno di casa...

tazmaniac 7 anni fa su tio
Il funerale della canzone italiana.... un vero insulto, anche se, ormai da anni, si sa che Sanremo è come l'isola dei famosi ... buono giusto a riesumare mummie e far vincere scartine che nella vita musicale ben poco riusciranno a combinare...

Homer_Simpson 7 anni fa su tio
Risposta a tazmaniac
Ormai vince solo chi è protetto dalla de filippi, Gabbani pagliacciata assurda, Mannoia e Al Bano in casa anziani, Gigi d'Alessio in galera ecc. Per me si salva solo Bianca Atzei, stra gnocca, gran bella canzone vecchio stile, peccato che sta con quel burino romano di Biaggi... ops scusa :-D

tazmaniac 7 anni fa su tio
Risposta a Homer_Simpson
valore aggiunto anche l'ultimo direi ... ;o) Confermo, anche se, a dirla tutta, se non altro la Mannoia l'avrebbe meritato per la carriera e comunque per la canzone che tale può ancora essere considerata. Al Bano e Gigi d'Alessio, vengono sostenuti solo dai propri compaesani anche se scrivono e cantano da schifo.
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