Secondo posto per Fiorella Mannoia. Terzo Ermal Meta
SANREMO - Il cantante toscano, un anno fa primo tra le Nuove Proposte con “Amen”, con la sua “Occidentali’s Karma” batte in finale la generosa Fiorella Mannoia, seconda (e Premio Sala Stampa) con “Che sia benedetta”, e la rivelazione di questa edizione, Ermal Meta, in gara con “Vietato morire”, che si aggiudica anche il Premio della Critica.
Francesco Gabbani all'annuncio della vittoria scoppia in lacrime. «Dedico questa vittoria a tutti quelli che mi hanno sostenuto, a mio fratello, a Fabio Ilacqua. E a te, Carlo, e a te, Maria, e tutti quanti voi. Di cuore». «Non me l'aspettavo, non me l’aspettavo davvero. Ci speravo in un angolino del mio cuore, ma non me lo aspettavo». Sono queste le prime parole di Gabbani dopo la vittoria. «Che gioia, ma devo ancora realizzare. È stato un anno intenso, emozionante. Questa è un'altra soddisfazione... Spero di riuscire a gestirla dal punto di vista emotivo». E sulla possibilità di andare all'Eurovision Song Contest risponde: «Sì! Ma devo ripassare l'inglese».
Quanto ai particolari della serata, il duetto virtuale tra Zucchero e Luciano Pavarotti sulle note di Miserere chiude idealmente, sul filo dell'emozione, un festival che si era aperto con l'omaggio di Tiziano Ferro a Luigi Tenco. La standing ovation del pubblico e la commozione sul volto del bluesman emiliano - per la prima volta superospite, a far pace con un evento che non l'ha mai premiato - suggellano una performance destinata a restare nella storia di questa edizione.
A segnare la finale, anche la presenza all'Ariston di Maurizio Crozza - ospite fisso delle cinque serate - che fa irruzione in teatro nei panni del senatore Antonio Razzi, una delle sue maschere cult. Torna anche Geppi Cucciari, che scuote la rassegna, schierandosi con la sindaca di Roma Virginia Raggi contro il titolo sessista di Libero ("Je suis patata bollente") e invocando la verità sul caso Regeni («Dopo un anno non abbiamo ancora capito perché è morto»).
L'Ariston balla con Alvaro Soler e premia Rita Pavone (quest’anno in giuria) per i suoi oltre mezzo secolo di carriera, mentre Enrico Montesano rievoca i tempi in cui si tornava a casa dal lavoro per seguire il festival e cantare, «mentre oggi si canta poco perché non c'è più lavoro».
Toccante, nel prologo della serata, l'esibizione dei Ladri di carrozzelle, la band nata 28 anni fa e formata da giovani diversamente abili, che dedicano l'inno “Stravedo per la vita” all'ex componente Piero Petrullo, morto suicida pochi giorni fa.
È tempo dei saluti finali: Carlo Conti fa “I migliori anni” ed elenca gli “io che”. «Io che sono figlio unico, finalmente ho trovato una sorella». E colei che lo ha affiancato nelle cinque serate, Maria De Filippi, risponde: «Grazie, anche per me sei un fratello, ti voglio bene. E voglio ringraziare la Rai: ho scoperto che in un'azienda di Stato lavorano tanti veri professionisti».