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FRANCIA“Il terrorista era a venti centimetri da me. Ho pensato di essere morta”, ma il colpo non è partito

23.11.15 - 12:50
Sophia e Barbara sono le due donne che appaiono sul video dell’attacco alla Pizzera Casa Nostra. Il kalashnikov alla testa e poi la fuga dell’aggressore
20 Minutes
“Il terrorista era a venti centimetri da me. Ho pensato di essere morta”, ma il colpo non è partito
Sophia e Barbara sono le due donne che appaiono sul video dell’attacco alla Pizzera Casa Nostra. Il kalashnikov alla testa e poi la fuga dell’aggressore

PARIGI - Venerdì 13 novembre ha portato con sé tante storie tragiche. Tante giovani vite spezzate durante una serata di divertimento. Durante un concerto. O una cena. Ma oltre alle barbarie ci sono state pure vicende commuoventi. Ci sono stati degli eroi. E dei veri e propri miracoli. Uno di questi è quello che ha visto come protagoniste Sophia Bejali e Barbara Serpentni. Le due amiche appaiono nel filmato di video-sorveglianza della Pizzeria Casa Nostra, mentre il terrazzo era preso di mira da uno dei terroristi.

Nel video si vede lo jihadista avvicinarsi alle due clienti nascoste sotto il tavolo e puntargli il kalashnikov alla testa. In seguito l’aggressore abbandona velocemente il luogo del massacro e le donne possono rifugiarsi dentro uno stabile vicino.

Miracolate - Le due ragazze non si rendono subito conto di essere delle miracolate. Di essere sfuggite alla morte. È solo quando il “Daily Mail” gli ha mostrato il video, che Sofia e Barbara hanno realizzato di essere delle sopravvissute. “Non avevo capito quanto fosse vicino. Se lo avessi saputo probabilmente non sarei scappata subito”. Non ci siamo rese conto che il terrorista volesse proprio uccidere noi” - ha aggiunto la 40enne Sophia.

“Quella sul video non sono io” - Prima di vedere le immagini agghiaccianti, Barbara era convinta che l’attentatore non le avesse viste. È incredibile pensare di essere vive solo perché l’aggressore avesse finito i proiettili. Sono felice per la giovane ragazza del video ma non riesco a concepire di essere io. Sembrava un brutto film dell’orrore” - confida la studentessa di scienze politiche e filosofia. Le due donne si erano conosciute un mese fa facendo volontariato.

Il rumore copriva le urla - Di quel momento di puro terrore, Sophia ricorda soprattutto gli spari. Colpi assordanti. “L’ho visto uscire come un forsennato dalla macchina, ma il mio cervello mi impedisce di ricordare il seguito (...). Non ho più visto molto perché ci siamo nascoste per proteggerci. L’unica cosa che sentivo erano gli spari. Incessanti. Assordanti. Ho avuto l’impressione che la gente stesse morendo attorno a noi, ma il rumore era talmente forte che non sentivamo le grida (...). Ho pensato che sarei morta anch’io quella sera.

A venti centimetri dal terrorista - Per Sophia i terroristi in terrazza erano due, uno di essi è Salah Abdeslam, l'unico jihadista di Parigi ancora in fuga. Ad un certo punto, da sotto il tavolo ha aperto gli occhi e si è trovata di fronte le scarpe nere di uno degli aggressori. “Non volevo incrociare il suo sguardo, allora mi sono nuovamente coperta gli occhi con le mani. Era a qualche centimetro da me. Forse venti. Ho pensato non ci avesse viste. L’altro assalitore continuava a sparare”. Dopo che i jihadisti avevano concluso la loro mattanza, le due amiche sono corse a rifugiarsi in un edificio vicino al ristorante. “Tremavo. Non riuscivo a parlare. Pensavo fosse un incubo”, conclude Sophia.

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