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Senatrice entra in parlamento con il burqa: contestata

AUSTRALIASenatrice entra in parlamento con il burqa: contestata

17.08.17 - 11:48
Con la sua azione, l'esponente della destra populista voleva invocare il divieto del velo integrale
Keystone
Senatrice entra in parlamento con il burqa: contestata
Con la sua azione, l'esponente della destra populista voleva invocare il divieto del velo integrale

CANBERRA - Ha suscitato esclamazioni di disapprovazione tra i presenti l’ingresso nell’aula del senato australiano di una parlamentare della destra populista coperta da un burqa. Con la sua azione Pauline Hanson voleva sollecitare l’introduzione del divieto del velo islamico integrale. Il procuratore generale, George Brandis, l’ha esortata a non «ridicolizzare» la comunità islamica.

Leader della formazione nazionalista “One Nation”, Hanson si è presentata all’ora delle domande di oggi con indosso un burqa nero e si è seduta al suo posto abituale. Fra le esternazioni di sdegno di diversi altri parlamentari per questa iniziativa, il presidente della camera alta ha richiamato tutti all’ordine e ha precisato che la senatrice era stata identificata prima del suo ingresso.

Dopo essersi sfilata il burqa con un gesto teatrale, Hanson ha commentato: «Sono piuttosto felice di togliermelo perché questa cosa non dovrebbe entrare in questo parlamento». Fra altre esclamazioni di disapprovazione che le hanno reso difficile proseguire, la senatrice ha quindi chiesto al procuratore generale, George Brandis, se intenda lavorare per vietare il burqa in Australia. La sua preoccupazione: le implicazioni di sicurezza legate alla dissimulazione del volto. Inquieta per gli atti di terrorismo avvenuti o sventati nel Paese, ha sostenuto che una «maggioranza» degli australiani sarebbe a favore del divieto.

Visibilmente contrariato dal gesto della leader di destra, Brandis ha risposto: «Senatrice Hanson, non farò finta di ignorare la sua trovata di oggi di arrivare vestita con un burqa benché non sia una seguace della fede islamica», ha esordito. «La invito a fare attenzione all’offesa che può arrecare alla sensibilità religiosa di altri australiani - ha continuato -. In questo Paese abbiamo circa mezzo milione di australiani di fede islamica e la stragrande maggioranza di loro sono cittadini rispettosi della legge». Secondo il senatore, il fatto di essere un «musulmano rigidamente osservante» non esclude la possibilità di essere «un buon australiano rispettoso delle leggi». Brandis ha escluso che si intenda vietare il velo integrale nel Paese.

Il procuratore generale ha fatto riferimento alla sua esperienza nel contrasto della criminalità per criticare ulteriormente l’iniziativa di Hanson: «Ogni direttore generale della sicurezza e ogni commissario della polizia federale australiana con cui ho lavorato ha sottolineato che è di vitale importanza collaborare con la comunità islamica», ha premesso. «Ridicolizzare quella comunità, costringerla in un angolo, prendere in giro i suoi indumenti religiosi è una cosa tremenda da fare e la invito a riflettere sulle sue azioni», ha concluso.

In un comunicato, One Nation, il partito di Hanson, sottolinea che per la senatrice «i veli integrali come il burqa sono uno strumento di oppressione, rappresentano una barriera all'assimilazione, costituiscono uno svantaggio per le donne alla ricerca di un lavoro, determinano problemi nel sistema giudiziale, sottendono un chiaro rischio per la sicurezza e non trovano posto nella moderna società occidentale».

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