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INTERVISTALino Banfi a Lugano: "Che imbarazzo a toccare il seno di Edwige Fenech"

21.05.14 - 09:10
Ospite del Resort Collina D'Oro per "ricaricare il motore", Lino Banfi ci ha concesso un'intervista e ha rivolto a Mina un invito
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Lino Banfi a Lugano: "Che imbarazzo a toccare il seno di Edwige Fenech"
Ospite del Resort Collina D'Oro per "ricaricare il motore", Lino Banfi ci ha concesso un'intervista e ha rivolto a Mina un invito

LUGANO - Dice che l'aria ticinese gli fa bene, e ogni tanto Lino Banfi ne approfitta per fare una visita al suo 30ennale amico Alain Mességué, che all'interno del Resort Collina d'Oro cerca di fargli perdere qualche chiletto e dargli nuove energie in vista degli impegni futuri. Il comico italiano si è fermato per una decina di giorni a Lugano con la famiglia. L'obiettivo dichiarato da Lino è "ricaricare il motore", ma in realtà ha anche un'altro desiderio: incontrare Mina.

Signor Banfi, come mai si trova qui in Ticino?
“Conosco Alain da 30 anni, ogni volta che posso corro da lui per fare quella che chiamo revisione del motore. La cosa curiosa è che ogni volta che ci incontriamo indossiamo la stessa sciarpa bianca, senza esserci mai messi d’accordo. Prima di cominciare con la cura, ci facciamo una mangiata di pesce, siamo due ittico dipendenti. La cura però funziona, visto che perdo sempre 8-9 chili. Gli italiani dovrebbero venire qui per depositare i chili invece che solamente i soldi”.

Parliamo di cinema, ha girato tantissimi film: quali sono quelli che porta nel cuore?
“Ce ne sono un paio: il mio primo film da protagonista, "Il brigadiere Pasquale Zagaria, ama la mamma e la polizia". Poi "Cornetti alla crema" che ho girato con la bellissima Edwige Fenech e "Il commissario Lo Gatto" che mi permise di fare un salto di qualità. Infine c’è "vieni avanti cretino".

Si è tolto molte soddisfazioni, diventando anche un'icona del cinema italiano: ma c'è un ruolo che ancora non ha fatto e vorrebbe interpretare?
“Per una volta vorrei fare il cattivo, mi sono rotto di fare il buono. Mi piacerebbe interpretare il ruolo di un uomo a cui viene fatto talmente male che è costretto a diventare cattivo”.

Se in televisione passano un suo film, cambia canale o si ferma a guardare?
“Non mi amo molto fisicamente, da almeno 20 anni. Però ogni tanto mi capita di vedere un mio film e commento da solo: Però, non è male questo attore”.

È sposato da tanti anni con la stessa donna, oltre al segreto del suo successo bisogna chiederle il segreto di un matrimonio di successo.
“Le mie centinaia di amanti, di cui mio figlio tiene il conto, sono il segreto del successo matrimoniale. A mia moglie importa solo che io sia felice. Scherzi a parte, ci siamo conosciuti a 15 anni, siamo stati fidanzati 15 anni per poi sposarci e festeggiare i 52 anni di matrimonio. Credo che il tempo contribuisca a rafforzare la famiglia”.

Con tanti film alle spalle, di situazioni divertenti sul set ce ne sono state parecchie.
“Ci si divertiva molto perché eravamo molto affiatati. Ero solito sonnecchiare durante le pause, un giorno Gloria Guida mi legò i lacci delle scarpe mentre dormivo, mi chiamarono all’improvviso e inciampai.
Durante un altro episodio invece dovevo toccare il seno di Edwige Fenech, ma per pudore la scena non veniva bene. Così un macchinista mi disse che sembrava che stessi svitando una lampadina. Ancora oggi quando incontro Edwige le chiedo come vanno le lampadine”.

Cosa consiglierebbe a un giovane che oggi vuole fare l'attore?
“Oggi forse sono più fortunati, noi agli inizi non avevamo tutte questi programmi di oggi. Puoi diventare famoso anche con un monologo di 5 minuti. Noi dovevamo girare tutte le piazze dei paesini. Consiglierei la costanza, senza farne una ragione di vita: terrei stretto il lavoro che ho, prima di buttarmi nello spettacolo”.

Ha girato un film ambientato a Zurigo (Pappa e Ciccia, ndr), che rapporti ha con la svizzera e il Ticino in particolare?
“Nutro molto rispetto per la Svizzera, che è un paese che può insegnare molto: pulizia, ordine. Mi piace molto il lago di Lugano, anche perché apprezzo il pesce di lago. Ogni volta che vengo a Lugano vado a cercare Mina, io la adoro!”

Dal 2001 è ambasciatore dell'unicef, cosa significa questo per lei?
“È un grande onore, sono anche Cavaliere di Gran Croce che è la massima onorificenza italiana. Essere ambasciatore Unicef però è qualcosa di speciale, sono stato in Angola e in Eritrea, non mi tiro mai indietro, spero che la cosa continui”.

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