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INTERVISTADa un team ticinese una rivoluzionaria protesi per chi ha perso le gambe

14.09.12 - 09:33
Il progetto è finalista a StartUps
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Da un team ticinese una rivoluzionaria protesi per chi ha perso le gambe
Il progetto è finalista a StartUps

LUGANO - Swissleg produce delle protesi di qualità e a un prezzo accessibile per le persone che hanno perso una gamba. Fabbricata in circa 3 ore su misura con un monoblocco di polipropilene, costa 250 franchi. È la rivoluzionaria protesi con la quale gli ideatori di SwissLeg sperano di aiutare i 24 milioni di persone amputate che vivono nei paesi poveri e in via di sviluppo. Ne abbiamo parlato con Paulo Gonçalves, uno dei fondatori.

Come nasce la vostra idea?
"Mohammad, il nostro inventore, sta sviluppando la tecnologia prostetica che sta dietro a SwissLeg da molto tempo. Una delle sue aspirazioni era quella di fare una protesi che costasse quanto un paio di scarpe. Nonostante le difficoltà tecnologiche è riuscito a rendere il progetto praticabile. Quando si è iscritto al Master in Humanitarian Logistics and Management che dirigo all’Usi mi ha chiesto se potevo aiutarlo a rendere questa tecnologia disponibile in tutto il mondo".

In cosa si differenzia la vostra protesi dalle altre?
"In molte cose. Il corpo della gamba è un pezzo unico, termomodellato secondo un design intelligente e robusto. La combinazione dei materiali combina bene flessibilità e solidità".

Da quanto ci lavorate?
"Il progetto è decollato nel luglio 2011. Dopo che io e Roberto abbiamo visitato il laboratorio di Mohammed in Sudan. Vedendo all’opera il processo produttivo ne siamo rimasti letteralmente affascinati".

Dove costruite le protesi?
"Attualmente sono prodotte in Sudan, in collaborazione con il progetto HOPE, diretto da Mohammad. Ma esiste la possibilità di aprire piccoli laboratori di 10 persone ovunque".

Avete già esperienza in questo settore?
"Mohammad opera da anni in questo campo. Lavora nell’orto-prostetica da 20 anni, 6 dei quali con la Commissione internazionale della Croce Rossa (Irc) in Sudan. Io e Roberto, invece, portiamo delle competenze complementari, avendo esperienza nell’istruzione e nel management".

Qual è il sogno di SwissLeg?
"Crediamo che camminare sia un diritto umano fondamentale e dovrebbe essere alla portata di ogni amputato del mondo. Sfortunatamente, oggi, la realtà è ben diversa, le protesi esistenti sono troppo costose. Quelle economiche, invece, sono di scarsa qualità. Sognamo di fare la differenza per le vite di migliaia di persone, o milioni, aiutandoli a ricostruire una vita con dignità e fiducia in sé stessi".

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