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BMWDue giri per sognare e ricordarsi il nome di Corser

18.07.11 - 10:40
Monza il tempio della velocità e BMW Motorrad Racing Experience
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Due giri per sognare e ricordarsi il nome di Corser
Monza il tempio della velocità e BMW Motorrad Racing Experience

MONZA - In compagnia di una cinquantina di altri tester provenienti da tutto il mondo, abbiamo rappresentato la Svizzera all’evento denominato BMW Motorrad Racing Experience organizzato impeccabilmente da BMW Italia.A nostra disposizione la supersportiva per eccellenza: la BMW S1000RR in versione stradale, versione Superstock e Superbike.
Questo evento voluto e organizzato da BMW Italia è qualche cosa di straordinario non solo per l’aspetto tecnico ma anche per l’ambiente famigliare che il Team BMW Italia capitanato da Serafino Foti ci ha saputo trasmettere. Insomma un’accoglienza passionale e professionale che da un sapore proprio come il loro caffè, amato in tutto il mondo.Nel box accanto, sempre a nostra disposizione, le moto di Leon Haslam e Troy Corser del Team “ufficiale” BMW Germany. Tuttavia la pensata geniale di BMW Italia è stata sulla metodologia di prova delle quattro moto, permettendoci di guidarle una dopo l’altra senza interruzioni, così da poter percepire immediatamente le differenze sostanziali delle quattro versioni, classe!

La “regina”delle supersportive stradali - Anche se in questa comparativa la versione stradale della BMW S1000RR è la meno performante,in questi due anni di presenza sul mercato mondiale, la supersportiva Bavarese ha vinto tutte le maggiori comparative effettuate dalle testate giornalistiche più autorevoli,su strada come su pista ha migliorato il livello di performance in maniera determinante, tanto da guadagnarsi il primo posto nella classifica di vendita nella categoria Supersportive a livello mondiale. Presente ai box anche l’ingegnere Markus Poschner responsabile di tutto lo sviluppo moto quattro e sei cilindri della BMW, e definito il padre della S1000RR, ribadiva l’obiettivo di creare una Supersportiva che anche in pista fosse già pronta a sfoderare il proprio potenziale senza l’obbligo di costosi Tuning. E così la versione stradale si rivela, anche fra le curve del circuito di Monza,  perfettamente a suo agio e soprattutto sui lunghi rettilinei ci ha impressionato con il suo motore consistente a tutti i regimi tant’é che alla prima variante ci risparmiamo di mettere la prima marcia, e visto che non stiamo lottando contro il cronometro, la seconda ci basta per uscire dalla curva senza indugi. Questi quattro giri (2 completi più uno di lancio e uscita) ci servono per prendere il ritmo e memorizzare le sensazioni di guida che ci serviranno come base di comparazione per la prossima prova:la versione Superstock.

La nostra preferita - Lo sapevamo ancora prima di salire in sella alla moto con cui Zanetti quest’anno ha vinto la gara di Monza nel Campionato Europeo Superstock che la sua sarebbe stata la nostra preferita, e così è stato. Lo scorso anno il Team BMW Italia, al debutto della S1000RR nel Campionato Europeo Superstock, ha saputo conquistarlo subito con Ayrton Badovini (pilota che quest’anno con gli stessi colori del Team è impegnato nel Mondiale Superbike), pertanto è evidente dai risultati che il Team BMW Italia ha saputo ben interpretare il modello base per poi saperlo perfezionare. In sella alla moto di Zanetti ci troviamo subito a nostro agio, la sostanziale differenza di comportamento con la versione stradale è il perfetto controllo degli spostamenti di carico durante la guida. In fase di accelerazione il mono TTX della Öhlins sostiene in maniera risoluta il posteriore e trasmette un ottimo feeling di aderenza del Pirelli Diablo Supercorsa (lo stesso pneumatico eramontato anche sulla versione stradale). La forcella originale si avvale di cartucce Öhlins e controlla i movimenti degli steli in maniera dolce e progressiva regalando al pilota una sensazione di controllo anche nella delicata fase d’inserimento o nel rilascio del freno al punto di corda. Guidare con questa moto allo stesso ritmo della stradale tutto risulta più facile, e di conseguenza ci si può concentrare maggiormente sulle traiettorie. Nei cambi di direzione si percepisce una migliore distribuzione dei pesi, meno dodici kg dal modello omologato in base al regolamento Superstock ma soprattutto ci diceva l’ingegnere responsabile di Zanetti è stato rimosso in grande parte dalla zona anteriore in cui la Bavarese sembrava soffrire di un carico eccessivo.
Anche il motore di Zanetti risulta più facile da gestire rispetto alla stradale, malgrado utilizzi una manopola  rapida, la ripresa del gas a centro curva è molto più dolce,  poi il motore sale fino al limitatore con una linearità sbalorditiva. La centralina elettronica utilizzata sul modello Superstock è fornita e acquistabile da chiunque presso i concessionari BMW e permette di gestire e modificare a piacimento anche la taratura del traction control che naturalmente rimane meno invasivo dell’originale. La Superstock di BMW Italia non stravolge ma perfeziona abilmente il modello stradale e ne consegue una gustosissima supersportiva.

Le Superbike di Toseland e di Corser - Arriviamo al piatto forte e malgrado l’antipasto sia stato succulento l’appetito di certo non ci manca,  guidando queste due eccezionali moto che sono oggetti di importanti modifiche permesse dal regolamento Superbike, ci accorgiamo subito dopo pochi metri che la qualità dinamica fa ancora un balzo in avanti. Anche se BMW non è ancora riuscita a raggiungere i risultati pronosticati, queste due moto rappresentano pur sempre lo stato dell’arte motociclistica di una casa importante come quella Bavarese.
Paradossalmente sulla scia di ricordi di prove simili fatte alcuni anni fa,ci aspettavamo un motore esuberante e difficile da gestire per il nostro polso, invece niente di tutto ciò. Malgrado i rapporti dei cambi siano totalmente diversi dalle due versioni precedenti,  e ci consigliano di scalare fino alla prima marcia alla prima variante, le accelerazioni rimangono relativamente facili da gestire e il motore ha caratteristiche di erogazioni paragonabili a una tipica Seicento: salire con il regime per sentir spingere, incredibile come la gestione elettronica (in questo caso una centralina BMW Bosch dedicata al modello SBK) riesce a facilitare l’accelerazione al pilota. Evidentemente abbiamo fra le mani un concentrato di tecnologia e da un punto di vista dinamico ancora venti kg in meno del modello Superstock! Dunque un oggetto per veri chirurghi della traiettoria.

Se prima nella grande curva avevamo una sensazione di appoggio e velocità, con la Superbike ci sentiamo letteralmente fermi! Se alla curva del serraglio in piena accelerazione, con gli altri due modelli dovevamo utilizzare il peso del corpo per farla inserire, qui ci basta spostare il casco verso sinistra che la moto curva immediatamente. Anche alla parabolica per effetto di un assetto rialzato (da fermo si fatica a toccare con i piedi per terra) la SBK chiude la curva in metà spazio della stradale! Ma se da una parte sia affascinante guidare una moto così reattiva dall’altra ci possiamo immaginare come diventi difficile e meticoloso il lavoro di messa a punto e di precisione di guida necessari per saper sfruttare il potenziale di queste moto, e qui inevitabilmente escono i nostri limiti di guida di apprendisti piloti, ma per fortuna oggi grazie a BMW il nostro compito è “solo” quello di sognare per due giri,ma accidenti attenzione a non dimenticare che questa volta ci chiamiamo Toseland e Corser e quando vediamo la rispettiva lavagna esposta dal ligio meccanico a bordo pista con la scritta “Corser box in”,  significa imperativamente rientrare, altri cinquanta colleghi incalliti aspettano di sognare.

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