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TICINO"Chi va dallo psicologo deve essere sostenuto dalla cassa malati"

02.05.12 - 08:24
L'esperto Fabian Bazzana sprona le autorità: "Uno svizzero su sei ha problemi psichici. Ma in Svizzera comandano le case farmaceutiche. E noi psicologi non siamo considerati perché non prescriviamo farmaci"
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"Chi va dallo psicologo deve essere sostenuto dalla cassa malati"
L'esperto Fabian Bazzana sprona le autorità: "Uno svizzero su sei ha problemi psichici. Ma in Svizzera comandano le case farmaceutiche. E noi psicologi non siamo considerati perché non prescriviamo farmaci"

LUGANO – Uno svizzero su sei ha problemi psichici, con il Ticino abbondantemente al di sopra della media. Suicidi? Oltre 1.100 all’anno su tutto il suolo nazionale. E che dire del Telefono Amico che nel 2011 ha ricevuto oltre 16.000 chiamate dalla sola Svizzera italiana? È in base anche a queste cifre che Fabian Bazzana, presidente dell’associazione ticinese psicologi e psicoterapeuti, cerca di sensibilizzare l’opinione pubblica e la classe politica. “C’è una necessità urgente di sostegno e cure psicologiche, ma attualmente solo le cure dello psichiatra beneficiano di sovvenzioni. Invece chi vorrebbe andare dallo psicologo non riceve alcun sussidio dalle casse malati. E chi va dallo psicoterapeuta è coperto solo in minima parte e solo se ha la copertura complementare. Assurdo se si pensa a quanta gente avrebbe bisogno di questi servizi”.

Secondo alcuni se le casse malati iniziassero a sussidiare il ricorso a psicologi e psicoterapeuti si andrebbe incontro al collasso del sistema…
"Non è vero. Sarebbe, al contrario, un investimento proficuo. Gli studi dimostrano che le cause più frequenti di incapacità lavorativa, fenomeno che comporta costi esorbitanti, sono originate da stress e depressione. Si potrebbe innanzitutto agire a livello preventivo, per promuovere una buona qualità di vita e intervenire ai primi segnali di disagio. È inoltre provato che un buon sostegno psicologico aiuta a gestire meglio situazioni di malattia, sia acuta sia cronica, diminuendo i costi per le cure mediche. Invece sono costantemente aumentati i costi delle cure farmacologiche".

Già, e questo anche perché spesso quando il medico generico ha a che fare con una persona che soffre di disagio psichico, gli prescrive psicofarmaci…
"Senza però potere intervenire veramente sulla causa del disturbo. Di conseguenza spesso il medicamento non produce i benefici sperati, a volte addirittura risulta essere dannoso. I dati ci dicono che spesso gli psicofarmaci sono molto meno efficaci di quanto si vorrebbe far pensare, ad esempio la percentuale di successo degli anti depressivi si aggirerebbe attorno al 16-18% dei casi. Insomma, se facessimo davvero i conti ci accorgeremmo che con un sussidio per le sedute psicologiche e psicoterapeutiche il sistema sociale risparmierebbe e parecchio".

Quante sono le persone che vanno dal medico generico, mentre in realtà hanno una sofferenza psichica?
"Bella domanda. È impossibile quantificare, ma sono comunque parecchie. Dietro alla richiesta di consultazione c’è spesso un disagio che è molto più generale e che rimane inascoltato. Però il fatto che vada dal medico aumenta ugualmente i costi della salute. Spesso la prescrizione di farmaci è superflua, serve solo a dare una risposta palliativa. Al contrario è dalla mente dell’individuo e dalle sue risorse che bisogna partire per affrontare il disagio. È quanto si prefiggono psicologi e psicoterapeuti".

Ma è normale che per potere seguire una psicoterapia si debba per forza ricevere prima il nullaosta del medico generico?
"È la procedura che occorre seguire affinché la copertura complementare risponda. Di fronte alle casse malati conta solo la parola del medico. Difficile da capire, dato che la psicoterapia non è di sua competenza. Se poi si pensa che, in ogni caso, sono sussidiate solo poche sedute all’anno… Spesso inoltre vengono banalizzate le competenze dello psicologo e dello psicoterapeuta, si pensa che basti parlare con il paziente per fare psicoterapia".

Secondo lei perché ci si trova in una situazione tanto paradossale? Le autorità non fanno altro che lanciare l’allarme sui disagi psicologici della popolazione, ma attualmente solo gli psichiatri sono coperti dalla LaMal.
"Il problema è che a livello svizzero c’è ancora una sorta di monopolio medico. Il primato è detenuto dalla medicina biologica e la salute è monopolizzata dalle case farmaceutiche. Psicologi e psicoterapeuti, che non fanno ricorso a farmaci, non sono riconosciuti. Ci sono molte ricerche che dimostrano l’efficacia della prevenzione psicologica e della psicoterapia, ma queste non vengono diffuse e soprattutto il sistema sanitario non le promuove".
 
Nel 2013 entrerà in vigore la legge sulle professioni psicologiche. Cosa cambierà?
"È una legge che innanzitutto proteggerà i titoli di psicologo e psicoterapeuta a livello nazionale, e darà loro un riconoscimento anche attraverso la creazione di un albo professionale. Le persone che si rivolgeranno a psicologi e psicoterapeuti avranno la certezza di potere contare su prestazioni altamente qualificate. Si spera quindi che ciò possa portare anche alla loro sovvenzione da parte delle casse malati, in modo che più persone possano beneficiare di cure adatte ai loro bisogni".

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