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SVIZZERAQuando i genitori mettono a rischio la vita dei propri figli

07.11.11 - 16:51
Preoccupazione tra i pediatri svizzeri: aumentano i genitori che nutrono i propri figli secondo i principi vegani, fino a farli ammalare gravemente. Altri invece rifiutano le terapie tradizionali per curare i tumori infantili
Keystone
Quando i genitori mettono a rischio la vita dei propri figli
Preoccupazione tra i pediatri svizzeri: aumentano i genitori che nutrono i propri figli secondo i principi vegani, fino a farli ammalare gravemente. Altri invece rifiutano le terapie tradizionali per curare i tumori infantili

ZURIGO - All'arrivo dei soccorritori il piccolo Jonas era già privo di sensi, in arresto cardiaco. Era il febbraio del 2010. I soccorsi sono arrivati appena in tempo. Sarebbero bastati ancora pochi minuti e il bambino di 7 anni non ce l'avrebbe fatta. I genitori, vegani, avevano deciso di nutrirlo senza prodotti di derivazione animale. Indebolito, il piccolo si era ammalato di difterite. E nonostante il piccolo riuscisse a respirare a malapena e rifiutasse il cibo, i genitori non sono intervenuti per prendere provvedimenti tempestivi. Il  bambino non riusciva più a muoversi. Soltanto quando il piccolo è arrivato alla soglia dell’arresto respiratorio  i genitori si sono decisi a chiamare i soccorsi. In maggio la coppia è stata condannata dal tribunale circondariale di Mels a 23 mesi di prigione per lesioni corporali. Come scrive oggi il Tages-Anzeiger, riportando una notizia del "St.Galler Tagblatt", molto probabilmente Jonas non riuscirà più a riprendersi completamente. La sua alimentazione vegana gli ha provocato danni irreparabili al sistema nervoso, agli organi di senso, ai muscoli e all'apparato osseo.

Aumento dei casi di bambini denutriti e malati a causa dell'alimentazione vegana - Il caso di Jonas non è l'unico in Svizzera. Ad affermarlo è Oswald Hasselmann, dell'ospedale pediatrico della Svizzera Orientale di San Gallo. Sono sempre di più i genitori che costringono i loro figli a nutrirsi esclusivamente di cibo vegano, fino a farli ammalare. "Negli ultimi tre anni abbiamo registrato sette casi. Casi che non rappresentano che la punta dell'iceberg. I bambini trattati erano denutriti e apatici e il loro sviluppo cognitivo risultava ritardato". Il pediatra racconta, inoltre, che i bambini presi in cura non accettavano il nutrimento tradizionale. Il latte di mucca, per esempio, provocava loro il rigetto. Hasselmann spiega che il problema, di per sé, non è tanto il fatto di essere stati nutriti con cibo di origine esclusivamente vegetale, ma la mancanza di vitamina B12. La vitamina B 12 è quella che serve allo sviluppo del sistema nervoso del bambino. Vitamine che potrebbero essere assunte grazie a delle pastigliette vitaminiche: "E in questi casi bisogna capire se dietro alla decisione dei genitori di non dare ai propri figli queste pastiglie vi siano motivi ideologici".

"Un caso all'anno dieci anni fa, oggi 5" - Il Tages Anzeiger si è rivolto anche all'ospedale pediatrico di Zurigo, dove si sono registrati, negli ultimi anni, "un numero rilevante di casi", come ha confermato il direttore del reparto di pediatria generale Ulrich Lips: "dieci anni fa contavamo un caso all'anno, oggi cinque".
Lips dirige anche il gruppo di protezione dei bambini che interviene, qualora i genitori si ostinino a non intervenire e rifiutare la cooperazione con i medici. L'ultimo caso riguarda la madre di un bambino gravemente malato e ricoverato in pediatria. Donna che continuava a indottrinare il bambino all’ospedale e per telefono. Addirittura   gli aveva proibito di mangiare la brioche che gli era stata portata dalle infermiere per colazione. "Siamo dovuti intervenire, strappandolo per un soffio dalla morte".

Dopo Zurigo, Berna, dove il gruppo di protezione dei bambini conosce bene quei genitori vegani fondamentalisti che si ostinano, nonostante l'evidenza, a insistere sul rifiuto di somministrare vitamina B12 ai propri figli.

I bambini malati di cancro - "In caso di bambini malati di cancro - spiega Roland Ammann, primario di oncologia  pediatrica - la motivazione che sentiamo più di frequente dai genitori è questa: il trattamento terapeutico con la medicina alternativa provoca effetti collaterali minori rispetto a quella tradizionale". 

"Siamo medici, non poliziotti" - I medici, naturalmente, cercano di convincere i genitori della efficacia della terapia medica tradizionale, ma il loro spettro d’intervento è limitato: "I genitori possono e non devono essere costretti ad accettare una terapia per il loro bambino. Non siamo poliziotti, ma soltanto dei medici" spiega Ammann “anche perché l'assoluta certezza del successo con il metodo terapeutico normale non è garantita". 

Il caso della piccola Mara finito in tragedia -  A Zurigo il caso finito in tragedia. E' ancora Ulrich Lips dell'ospedale pediatrico a raccontare del caso della piccola Mara, bambina di 5 anni ricoverata in pediatria per una forma maligna di tumore ai reni. I genitori avevano rifiutato di sottoporla a un trattamento terapeutico tradizionale, nonostante ci fossero ottime possibilità di salvarla. Quando il cancro era stato scoperto la bambina avrebbe avuto il 90% di possibilità di guarire. Nulla da fare. I genitori hanno rifiutato la proposta e quando sei mesi dopo la bambina subì un peggioramento delle sue condizioni di salute le possibilità di guarigione scesero al 50%. Quando Mara fu riportata a Zurigo all'ospedale era ormai troppo tardi e morì pochi giorni dopo. Per Lips la decisione dei genitori è incomprensibile: "Se la bambina avesse potuto sopravvivere grazie alla nostra terapia non lo sappiamo. Ma perché almeno non aver potuto tentare? Non è per nulla un atteggiamento normale quello avuto di questi genitori".

"I bambini hanno il diritto di vivere" - "Quello di Mara non è  un caso isolato" continua Lips. Ci sono genitori che hanno avuto esperienze negative con il trattamento convenzionale, o hanno vissuto la morte per cancro di un parente nonostante la cura chemioterapeutica, oppure arrivano con le speranze ormai abbandonate di poter riuscire a vedere il proprio figlio guarire. E' sulla base di queste esperienze che si può spiegare il rifiuto dei genitori al trattamento convenzionale. I bambini, però, conclude Lips - appartengono a loro stessi. Hanno i loro diritti, primo fra tutti quello di poter vivere".
 

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