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STORIEDiario di una Winelover: Pigiamo Party

03.10.12 - 09:00
Il vino fatto con i piedi
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Diario di una Winelover: Pigiamo Party
Il vino fatto con i piedi

Ci sono molti modi per produrre il vino. La sua storia inizia in vigna, attraverso i frutti della vite alimentati dai sali disciolti nel terreno, dalla pioggia e dal sole; cullati e accarezzati dal vento. L'escursione termica fra il giorno e la notte gli permette un ottimale fissazione di profumi e sapori. La mano dell'uomo gli conferisce un carattere unico, personalizzato al di là della sua specificità.

Quella mano che coglierà i grappoli e li accatasterà in cantina, dolcemente, come se fossero i chicchi magici della vita. In effetti quegli acini sono vivi. Respirano. Il loro alito rende la cantina profumata e inebriante.

Il raspo è verde, ma il picciolo si è scurito ed è diventato un po' legnoso. Gli acini si staccano correttamente, non sono né troppo attaccati, né cadono facilmente e il pennello che li tiene attaccati al raspo non contiene troppa polpa, una volta staccati. I vinaccioli (i semini contenuti all'interno della polpa) sono omogenei nel colore e nella consistenza. Scrocchiano sotto i denti e il loro sapore è tendente al dolce, anche se si percepisce un certo effetto astringente, come se la lingua avvizzisse, le papille appiccicate le une alle altre. La buccia è profumata e ricoperta di pruina, una cera che oltre a evitare l'evaporazione contiene i lieviti naturali che danno avvio della fermentazione. La sua fragranza seduce il naso e sprigiona in bocca il sapore tipico dell'uva matura. Non importa il grado zuccherino del frutto, importa la giusta maturazione dei tannini, quelle sostanze che quando raggiungono il grado di maturità ottimale conferiscono al vino robustezza e carattere, ma anche eleganza ed equilibrio.
 
Questi sono i criteri di raccolta per il nebbiolo, tenendo conto ovviamente anche delle condizioni meteorologiche. Ogni vitigno ha caratteristiche ed esigenze diverse. Ogni viticoltore ha i suoi punti di riferimento. Le botti da mille litri sono allineate nella cantina linda e fresca. Sono alte. Una scaletta posta accanto ne facilita l'entrata. Siamo in quattro per botte. Un paio di persone si avvicinano con un bancale di cassette. Si parte...
Le cassette vengono riversate tre alla volta. Mi sembra di partecipare a giochi senza frontiere. L'uva fresca ci fa rabbrividire, ma il movimento ci scalda subito. Gli acini cedono sotto il nostro peso. È una sensazione bellissima. Si gira in tondo, si pigia all'interno e sui bordi.
È tutto un gioco.
 
Intanto Marco ci prende in giro con un megafono. Uno-due-uno-due, forza che arriva il secondo giro! Altre tre cassette vengono riversate. A mano a mano che il livello si alza aumenta anche la fatica. Si ride un po' di meno, il divertimento si protrae in modo più silenzioso. Qualche schizzo di succo raggiunge le labbra. È dolce. Ma pizzica anche terribilmente le gambe. Sembra di avere un'infinità di minuscoli aghi nella pelle. Meglio non pensarci e fare un altro giro. I raspi accarezzano le gambe lenendo un po' il prurito.
 
Sono scesi in cantina anche i bambini. Se per gli adulti è un gran divertimento figuriamoci per loro. Le magliette prima candide ora sono piene di macchie e di manate rosso rubino. Le nostre portano il nome del vino che andrà prodotto e l'annata, quelle di Ferdinando e Belen portano in più scritto sulla schiena Capo e Vice. Sono loro i genitori di quest'uva. E anche di Leonardo che la sta pigiando. Ci sentiamo tutti una grande famiglia.
 
Le cassette sono state tutte vuotate nelle botti. L'uva è stata interamente pigiata.  Uscire dalla botte è un grande sollievo. Ci risciacquiamo con un tubo di gomma, fra i contenitori inox che conservano il vino dell'anno scorso.  Mentre mi asciugo mi accorgo che le mie gambe sono lisce e morbide. Quasi non mi riconosco. Eppure sono proprio le mie... Ci aspetta uno splendido aperitivo in veranda e un lauto pranzo al ristorante. Sopra i vestiti portiamo la maglietta che avevamo per la pigiatura. Siamo felici. 
 
Il succo inizierà a fermentare spontaneamente tra un paio di giorni. Nessun' aggiunta di sostanze ausiliarie. La natura è generosa se sai interpretarla nel modo corretto. Il 2012 verrà messo in commercio nel 2018. E sarà ancora troppo giovane per essere bevuto.
Ci salutiamo calorosamente, arricchiti da questa splendida esperienza, e ci congediamo da questo futuro vino con il quale abbiamo condiviso tutto il nostro buonumore, con la promessa di ritrovarci l'anno prossimo. Magari anche prima. In novembre, perché no...
 
La ricerca degli ultimi lembi di pelle dolce conclude questa giornata con una serata altrettanto emozionante.
 
La notte il riposo. Sereno.
 
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