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SVIZZERAL'allarme dei banchieri privati: "Minacciati dal 15% al 30% degli impieghi"

15.06.12 - 14:54
I banchieri privati lanciano l'allarme: secondo Nicolas Pictet, presidente dell'associazione del ramo, in seguito all'eccesso di regolamentazioni vi è il rischio di delocalizzazioni
Keystone (archivio)
L'allarme dei banchieri privati: "Minacciati dal 15% al 30% degli impieghi"
I banchieri privati lanciano l'allarme: secondo Nicolas Pictet, presidente dell'associazione del ramo, in seguito all'eccesso di regolamentazioni vi è il rischio di delocalizzazioni

GINEVRA - I banchieri privati lanciano l'allarme: secondo Nicolas Pictet, presidente dell'associazione del ramo, a causa dell'eccesso di regolamentazioni vi è il rischio di delocalizzazioni. Sono potenzialmente minacciati dal 15 al 30% degli impieghi nella gestione privata.

"Raramente nel passato le pressioni politiche sulla piazza finanziaria svizzera sono state così forti come attualmente; pressioni dall'estero, segnatamente da Unione europea e Stati Uniti, e anche pressioni interne", ha affermato oggi a Ginevra Pictet, rivolgendosi all'assemblea generale dell'Associazione dei banchieri privati svizzeri (ASBP).

Pictet ha aggiunto di ritenere che raramente nel passato e in ogni caso nel corso degli ultimi 30 anni la piazza finanziaria svizzera abbia vissuto un periodo tanto movimentato.

Il banchiere ginevrino si è detto preoccupato per la simultaneità e la rapidità degli avvenimenti: "una congiuntura estremamente delicata", "una valanga di modifiche legislative e normative", "una moneta forte nella quale si esprimono i nostri costi, mentre la maggior parte delle nostre entrate sono in monete estere che si svalutano", ha rilevato il presidente dell'ASBP.

L'organizzazione si dice preoccupata per le recenti iniziative legislative europee e americane. Secondo il presidente è innegabile che si stiano delineando "tendenze protezionistiche". Pictet ha fra l'altro rammentato il progetto FATCA negli Stati Uniti sull'identificazione e la tassazione dei contribuenti americani in tutto il mondo.

Gli accordi conclusi da Berna con la Germania, la Gran Bretagna e l'Austria sull'imposta liberatoria prelevata alla fonte vanno nella buona direzione e contengono capitoli sull'accesso al mercato, ha aggiunto Pictet. "Ma in Europa tale accesso è sempre meno una prerogativa degli Stati, bensì dell'Unione europea", ha sottolineato. Se non si troveranno soluzioni, sussiste il pericolo di trasferimenti di attività all'estero, ha aggiunto.

Sul piano interno Pictet ha insistito sulla necessità di rendere la Svizzera più competitiva e ha criticato l'eccesso di prescrizioni. "Lo dico ad alta voce: le esigenze elvetiche che vanno oltre gli standard internazionali presentano il duplice pericolo di non essere comprese né dai clienti né dalle autorità estere", ha dichiarato il banchiere ginevrino.

Pictet ha rammentato che la gestione patrimoniale e istituzionale ha generato ricavi lordi pari a oltre 30 miliardi di franchi nel 2010, ossia oltre la metà dei proventi delle banche svizzere. Il settore bancario rappresenta circa l'8% del prodotto interno lordo elvetico e ha contribuito nella misura di un circa un terzo terzo alla crescita nell'ultimo ventennio.
 

ATS

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