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SVIZZERABallerine di cabaret, verso l'abolizione del permesso

15.06.12 - 14:07
La metà dei cantoni, fra cui il Ticino, non applica più lo statuto speciale visto che è praticamente impossibile garantire che venga rispettato il divieto di prostituzione
Tipress (archivio)
Ballerine di cabaret, verso l'abolizione del permesso
La metà dei cantoni, fra cui il Ticino, non applica più lo statuto speciale visto che è praticamente impossibile garantire che venga rispettato il divieto di prostituzione

BERNA - Lo statuto di ballerina di cabaret dovrebbe esser abolito perché non si è rivelato efficace nel protegge queste donne dallo sfruttamento. In compenso dovrebbero essere rafforzate le misure a favore delle vittime della tratta di esseri umani. Il Consiglio federale ha posto oggi in consultazione fino al 2 novembre una revisione parziale dell'ordinanza sull'ammissione, il soggiorno e l'attività lucrativa (OASA) in questo senso.

L'ammissione delle cosiddette ballerine di cabaret è regolata da oltre quarant'anni con il rilascio di permessi di lavoro. Negli anni '90 è stato introdotto uno statuto specifico per le ragazze straniere che lavorano nei locali notturni svizzeri che include anche disposizioni come il divieto di prostituirsi e di incitare i clienti al consumo di alcolici.

Dalle verifiche effettuate regolarmente emerge però che la protezione di queste donne non è garantita. La metà dei cantoni, fra cui il Ticino, non applica più lo statuto speciale visto che è praticamente impossibile garantire che venga rispettato il divieto di prostituzione e le disposizioni riguardanti il salario minimo, gli orari di lavoro e le deduzioni sociali.

Un semplice aumento dei controlli di polizia, che generalmente si limitano alla verifica dell'identità e del permesso di soggiorno, non basterebbe a migliorare la situazione. Sarebbero necessari "controlli approfonditi e circostanziati anche in altri settori, come per esempio le casse malattia, le assicurazioni sociali e le imposte", ma solo pochi cantoni avrebbero le risorse per farli, precisa il rapporto esplicativo.

I cantoni che hanno abolito lo statuto non hanno registrato "un passaggio sistematico delle persone in questione all'illegalità", afferma ancora il rapporto. "La domanda di prestazioni sessuali nel nostro Paese è colmata, segnatamente grazie all'offerta relativamente cospicua di prostitute provenienti dai nuovi Stati dell'UE e dalla Svizzera". È improbabile quindi che "queste vengano sostituite "da donne che entrano illegalmente in provenienza da Stati terzi".

Per prevenire il rischi di tratta di esseri umani, il Consiglio federale propone alcune misure, in particolare il potenziamento delle "tavole rotonde" che riuniscono polizia, autorità e consultori per le vittime già istituite in 13 cantoni. Concretamente, in caso di sospetto di tratta di esseri umani, si vuole dare la priorità alla tutela delle vittime rispetto alla loro criminalizzazione.

L'abolizione dello statuto sarà seguita e monitorata grazie all'istituzione di un gruppo di esperti in cui siano rappresentate le autorità interessate (in particolare UFM, fedpol e le autorità cantonali). È inoltre previsto un termine transitorio di almeno tre trimestri per consentire ai proprietari dei locali e alle agenzie di collocamento di adattarsi alle nuove disposizioni.

ATS

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