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ZURIGO / ITALIAParalizzato da 40 anni, ha scelto di morire a Dignitas

12.10.17 - 09:46
«La qualità della mia vita è scesa sotto la soglia dell’accettabilità», ha scritto Loris Bertocco nella sua lettera di addio
Paralizzato da 40 anni, ha scelto di morire a Dignitas
«La qualità della mia vita è scesa sotto la soglia dell’accettabilità», ha scritto Loris Bertocco nella sua lettera di addio

VENEZIA - Un’altra persona che ha scelto il suicidio assistito, un altro italiano che si è recato in Svizzera per porre fine a una vita di sofferenze. Si tratta di Loris Bertocco, 59 anni il 17 giugno, paralizzato dal 1977, quando un’auto lo ha investito mentre si trovava sul suo motorino. «Da un po' di tempo era anche completamente cieco».

La scelta di ricorrere all’accompagnamento alla morte volontaria è meditata. «La sofferenza fisica e il dolore - si legge nella sua ultima lettera riportata dai media italiani - sono diventati per me insostenibili e la non autosufficienza diventata per me insopportabile. Credo in questo momento che la qualità della mia vita sia scesa sotto la soglia dell’accettabilità e penso che non valga più la pena di essere vissuta».

L’uomo ha lasciato un lungo memoriale, ricordando le sue battaglie nelle associazioni per garantire una vita dignitosa alle persone con grave disabilità, per incentivare l’aiuto dallo Stato e dalle Regioni. Ha condiviso grandi battaglie globali in difesa dell’ambiente e dei beni comuni, per la pace, contro gli ogm e sui mutamenti climatici.

L’ultimo appello è rivolto alle istituzioni italiane per una legge sul testamento biologico e sul fine vita: «Avrei voluto che fosse il mio Paese a garantirmi la possibilità di morire dignitosamente, senza dolore, accompagnato con serenità per quanto possibile. Invece devo cercare altrove». Ma il suo pensiero era rivolto anche alla creazione di una legislazione per un’assistenza adeguata che permetta di vivere meglio.

«Non ho mai rinunciato a niente di tutto quello che potevo fare - sono le sue ultime parole -. Credo che sia giusto fare questa scelta prima di trovarmi nel giro di poco tempo a vivere in un istituto e come un vegetale, non potendo nemmeno vedere, cosa che sarebbe per me intollerabile. Proprio perché amo la vita credo che adesso sia giusto rinunciare ad essa vista la sofferenza gratuita sia fisica che spirituale che stanno progressivamente crescendo senza possibilità di revisione o di risoluzione positiva. Ora è arrivato il momento».

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COMMENTI
 

GI 6 anni fa su tio
E ci sono magari persone (o enti) che criticano questo tipo di scelta...Tanto di cappello signor Bertocco....

bibis 6 anni fa su tio
commovente
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