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CANTONECibo ai migranti, chi lo forniva era stato scelto senza concorso

07.10.17 - 10:45
Fino a 200 chilometri per portare i pasti al centro asilanti. Degli esercenti: «Lavoravamo senza contratto»
tipress
Cibo ai migranti, chi lo forniva era stato scelto senza concorso
Fino a 200 chilometri per portare i pasti al centro asilanti. Degli esercenti: «Lavoravamo senza contratto»

BELLINZONA - Pasti degli asilanti a chilometro zero? Non proprio. Ciascuno dei due esercenti scelti dal Dipartimento sanità e socialità nel 2016 per portare due volte al giorno pranzo e cena ai rifugiati compiva fino a 200 chilometri al giorno (come rivelato da Tio/20minuti alcuni mesi fa). Questi esercenti, tra l'altro, erano stati scelti senza concorso e opererebbero senza contratto scritto.

Nel dicembre 2015 pranzo e cena per i rifugiati vengono cucinati da un ristorante a due passi dal centro asilanti. Qualche mese dopo, però, il Dss comunica di non ritenere più soddisfacente il servizio. La fornitura passa ad un esercente di Seseglio (a 40 chilometri di distanza), che in passato aveva già lavorato coi rifugiati ed era quindi noto al Dipartimento.

Due volte al giorno un furgone macina decine di chilometri per portare i pasti a Rivera e Camorino. Il tutto - spiega La Regione - grazie a un incarico diretto per il 2016 da 355mila franchi per i pasti a Camorino e da 61’734 franchi per quelli a Rivera. «Non avevo un contratto, nemmeno due righe, tutto a voce, mi sentivo precario e responsabile verso chi avevo assunto - spiega l'esercente -. Ero disposto ad aprire una mensa a Bellinzona, ma volevo essere in regola, dal Dss non ho avuto risposte. A marzo mi hanno scritto che mi avrebbero tolto il lavoro».

Da maggio 2017, infatti, i pasti sono passati alle mense scolastiche di Bellinzona.

Storia simile nell’alta Valle Maggia, al centro rifugiati al Piano di Peccia. Da settembre 2015 a gennaio 2017 la fornitura del cibo viene affidata ad un esercente di Locarno. Che macinava 200 chilometri al giorno per compiere un lavoro remunerato anche qui centinaia di migliaia di franchi.

«Ero senza contratto, ricevevo l’ordine di settimana in settimana - spiega anche questo esercente -, c’era solo un accordo sul prezzo: 25 franchi a persona».

La situazione muta nel marzo di quest'anno, quando il Governo decide di internalizzare il servizio pasti e affidarlo alle mense cantonali. «Non erano state trovate alternative locali che fornissero sufficienti garanzie di capacità e flessibilità nella fornitura di pasti per richiedenti l’asilo», giustifica Renato Bernasconi, direttore della Divisione dell’azione sociale e delle famiglie.

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