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Secondo il Partito Comunista, il numerus clausus - introdotto per motivi di risparmio 7 anni fa - è penalizzante: «Va abolito e ci vuole almeno un'altra sede»
BELLINZONA - Durante l’estate il Partito Comunista si era occupato dei corsi “passerella”, attraverso i quali i detentori di un attestato di maturità professionale possono ambire ad accedere in seguito ad un percorso universitario e, su tale tema, era stata promossa una interrogazione al Consiglio di Stato.
I comunisti ora tornano alla carica su questo tema e attaccano il numero chiuso alle iscrizioni imposto 7 anni fa per motivi di risparmio. «Quest'anno - sottolinea il PC - ben 61 allievi si sono iscritti a questo corso ma a causa del numerus clausus solo una minima parte vi ha potuto accedere realmente».
Secondo il Partito Comunista «i giovani (e meno giovani) che riconoscono l’importanza di uno percorso formativo il più articolato possibile, meritino di essere valorizzati e non mortificati con misure escludenti. Il corso passerella, inoltre, può essere inteso a nostro avviso anche come uno strumento di rimedio alle differenze sociali e dunque può rappresentare un miglioramento del diritto allo studio nel nostro Paese».
Proprio per questi motivi il deputato del Partito Comunista in Gran Consiglio, Massimiliano Ay, ha inoltrato una mozione che propone al Governo «non solo di abolire il numero chiuso al corso passerella», così da «incrementare i posti di studio disponibili in base alla domanda effettiva», ma anche, conseguentemente all’incremento di interesse per questa soluzione formativa, «di offrire il corso passerella non più solo a Bellinzona, ma almeno in un’altra sede - meglio se nel Sottoceneri».
