Gli Usa l'hanno giudicato responsabile del primo mortale di Tesla, intanto Amag lavora per estendere la guida autonoma qui
LUGANO/WASHINGTON - C'era della colpa nella morte di Joshua Brown, maggio 2016. Non sua, del modo in cui guidava o anzi non guidava, quando si schiantò contro un camion in Florida. Del pilota automatico della sua Tesla Model S, accusato di responsabilità dall'opinione pubblica già all'epoca. Un anno e oltre dopo, l'agenzia investigativa indipendente del governo degli Stati Uniti ha dato ragione alle paure della gente. Il National Transportation Safety Board ha dichiarato ieri che il sistema di guida autonoma giocò un ruolo fondamentale nell'incidente.
Aggiornare i modelli vecchi - «Naturalmente, tutti i requisiti di sicurezza devono essere rispettati», riflette Amag, che le circostanze hanno costretto a difendersi già prima di cominciare. Perché il gruppo elvetico ha infine deciso che la guida autonoma è il futuro e deve essere portata e promossa in Svizzera, anche là dove non sembrava possibile: sulle auto, cioè, nate senza, grazie a un software da applicare ai modelli già su strada che Amag sta studiando con la collaborazione della start-up tedesca Kopernikus. Altri contatti sono in corso con aziende digitali della Silicon Valley. E proprio questo fine settimana, al concorso per programmatori HackZurich, «si lavorerà su un caso specifico», annuncia il gruppo.
Amag fa da capofila - «No, Amag non ha alcuna intenzione di proporre un'auto propria», precisa a tio.ch la portavoce Roswitha Brunner. Intende però «guidare lo sviluppo di un middleware» per «aggiornare i veicoli più vecchi tramite un kit di retrofit», da adattare alle esigenze di un mercato tutt'altro che omogeneo. «La topografia della Svizzera, fatta di montagne, valli e fiumi, richiede trattamenti differenti. E anche la rete viabilistica, a seconda che si tratti di autostrade o cantonali, è diversa. Vi sono infine differenze legali da non sottovalutare».
«A sbagliare è l'uomo» - Sono questi i problemi su cui concentrarsi, per «soddisfare i requisiti di sicurezza e gli standard richiesti dai consumatori locali» senza indulgere sugli allarmismi: «La gran parte dei sistemi già disponibili è sicura, oltre il 90% degli incidenti è causato da un errore umano», conclude Brunner. Secondo il Ntsb, però, già consentire ai conducenti di non sterzare o occuparsi dalla strada per lunghi periodi è sinonimo di colpa; per non considerare il fatto che l'utilizzo del sistema avrebbe dovuto essere circoscritto ad alcuni tipi di percorso. «Tesla ha concesso di usare il pilota automatico al di fuori dell'ambiente cui era designato - ha spiegato il direttore Robert Sumwalt - Il risultato è stato una collisione che, francamente, non sarebbe dovuta accadere».
La gente non ha paura - Alle prese con il primo studio sulla percezione della guida autonoma in Svizzera, concentrato sulla esperienza di AutoPostale a Sion, il popolo elvetico sembra essere del resto fiducioso. La maggioranza non si dice per nulla in ansia davanti all'idea di salire a bordo di una vettura senza conducente. Ma se anche, per assurdo, la tecnologia fosse perfezionata al punto da garantire la perfezione assoluta, sarebbero messi a tacere i detrattori?
Le auto zombie - I problemi, pare al contrario, sarebbero solo all'inizio. Di altro genere e contro ogni previsione: il traffico non ne guadagnerà. Secondo alcuni peggiorerà addirittura: perché la comodità incentiverà l'utilizzo di auto. Ne circoleranno di più, e anche a vuoto o addirittura senza nessuno a bordo, magari di rientro dopo la consegna di un pacco. Non è ancora accaduto, ma in America qualcuno le ha già ribattezzate "auto zombie".