Cerca e trova immobili

STATI UNITIAddio a Edith Windsor

13.09.17 - 08:06
L'eroina dei diritti gay aveva 88 anni. Un anno fa promise: «Se vince Trump me ne vado in Spagna in esilio»
keystone
Addio a Edith Windsor
L'eroina dei diritti gay aveva 88 anni. Un anno fa promise: «Se vince Trump me ne vado in Spagna in esilio»

NEW YORK - Se vince Donald Trump, aveva giurato un anno fa, vado in Spagna in esilio. Non lo aveva fatto, ma Edith Windsor ha lasciato presto la nuova America a guida repubblicana emersa dalle elezioni di novembre. L'eroina dei diritti dei gay la cui perseveranza in tribunale aprì la strada alla legalizzazione dei matrimoni omosessuali ovunque negli Usa è morta a Manhattan a 88 anni. Ad annunciarlo Judith Kasen-Windsor, la donna che Edie, come la chiamavano gli amici, aveva sposato in seconde nozze.

Nel 2013 la sua insistenza aveva aiutato l'America a scrivere un pezzo di storia: in fondo non aveva stupito nessuno quando nell'ottobre del 2016 Edie, inguaribile romantica, era tornata in municipio a New York a pronunciare una seconda volta il fatidico sì e sposare, dopo sette anni di vedovanza, una donna di un quarto di secolo più giovane.

Tutto era cominciato per un problema col fisco: nel 2007, a 77 anni, con la compagna di allora Thea Spyer, Edie era andata a Toronto, dove i matrimoni gay erano legali, per sposarsi. Thea, malata di sclerosi multipla, era morta due anni più tardi lasciando Edie erede unica e con un conto in tasse di successione di 363 mila dollari.

Se la Windsor fosse stata sposata a un uomo non avrebbe dovuto pagare tutta quella cifra, ma nel suo caso l'Irs, l'erario Usa, si era rifiutata di riconoscere l'esenzione del coniuge. Dopo aver pagato le tasse, Edie si era rivolta agli avvocati. Il caso era arrivato alla Corte Suprema che nel 2013 le aveva dato ragione. La sentenza aveva creato il precedente necessario per la sentenza del 2015 che aveva legalizzato ne nozze gay su tutto il territorio nazionale.

Ed è così che quattro decenni dopo i moti di Stonewall che aprirono negli Usa la stagione delle battaglie per i diritti dei gay, la vedova Windsor fece da apripista in quella che viene considerata oggi la decisione più importante della Corte Suprema in materia di diritti degli omosessuali.

La sentenza che la riguardava era limitata a 13 stati e al Distretto di Colombia, ma nel 2015 la Corte decise che questa apertura era riduttiva e stabilì che i gay avevano diritto costituzionale a sposarsi in qualsiasi angolo degli Usa: un verdetto storico, paragonato quanto a portata a quella di "Lawrence contro Texas" che nel 2003 aveva depenalizzato il sesso omosessuale.

Oggi, tra i tanti che hanno reso omaggio a Edie c'è stato l'ex presidente Barack Obama. che le aveva parlato solo pochi giorni fa: "Il lungo viaggio dell'America verso l'uguaglianza è stato guidato da innumerevoli atti di perseveranza e alimentato dall'ostinata volontà di eroi tranquilli che difendono a voce alta quello che ritengono giusto. Pochi sono stati piccoli in altezza come Edie, e pochi hanno fatto una differenza tanto grande".

Entra nel canale WhatsApp di Ticinonline.
NOTIZIE PIÙ LETTE