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LOCARNOSui lavoratori della NLM «la guardia sindacale rimane alta»

17.07.17 - 13:53
Sindacati e maestranze compatti per «un percorso partecipativo utile a garantire i diritti dei lavoratori»
tipress
Sui lavoratori della NLM «la guardia sindacale rimane alta»
Sindacati e maestranze compatti per «un percorso partecipativo utile a garantire i diritti dei lavoratori»

LOCARNO - Il valore del lavoro e il valore di chi quel lavoro lo garantisce con competenza e professionalità, è stato al centro della vertenza NLM che si è conclusa con la ripresa del lavoro dopo venti giorni di sciopero. Uno sciopero che, come noto, è giunto al termine grazie ad un accordo (presentato sabato 15 luglio nel corso di una conferenza stampa) tra il Canton Ticino - che ha funto da mediatore - , le tre sigle sindacali e con la partecipazione del comune di Locarno.

I dipendenti NLM del bacino svizzero del Lago Maggiore sono usciti da venti giorni di sciopero «sicuramente stanchi e logorati, ma più forti di prima», si legge in un comunicato firmato dai sindacati SEV, UNIA e OCST. Proprio i segretari sindacali Angelo Stroppini (SEV), Lorenzo Jelmini (OCST) e Gianluca Bianchi (UNIA) hanno parlato di «una lotta dal fortissimo valore simbolico. Una lotta che servirà di esempio ad altri».

Archiviata questa prima fase della vertenza, se ne apre inevitabilmente un’altra poiché il Consorzio che dovrà garantire la piena occupazione delle persone licenziate con gli attuali salari (per un anno grazie alla garanzia cantonale e del comune di Locarno) è ancora tutto da costruire. Come è tutto da negoziare il Contratto collettivo di lavoro imposto dal Cantone. «Nella prosecuzione della vertenza si inserisce un elemento di grande rilevanza: al di là della citata compattezza del fronte sindacale – prosegue la nota - spicca l’unità delle maestranze che hanno dimostrato coraggio, determinazione e dignità».

Questa configurazione permette l’avvio di un «percorso sindacale partecipativo in cui le maestranze continuano ad essere parte centrale e attiva: attraverso regolari assemblee, incontri, scambi di informazioni». Il Contratto collettivo di lavoro (CCL), precisano i sindacati, sarà pertanto solo uno degli strumenti per garantire i diritti. La guardia sindacale rimane pertanto altissima.

Del resto, come spiegato da Angelo Stroppini nel corso della conferenza stampa di sabato 15 luglio, «siamo di fronte ad una vertenza anomala. Anomala perché manca il datore di lavoro con cui confrontarci su una serie di elementi che definiscono il rapporto di lavoro, tra cui ovviamente i salari, che sono centrali e il cui livello attuale è stato garantito per un anno grazie al Cantone e al comune di Locarno. Non è ammissibile – ha sottolineato Stroppini - che il costituendo consorzio, che beneficerà di denaro pubblico per la linea LocarnoMagadino, avvii la propria attività facendo dumping sui salari».

Lorenzo Jelmini ha dal canto suo evidenziato la dimensione politica della vicenda: «Se si è arrivati al punto di usare la legittima arma dello sciopero, garantita anche dalla nostra Costituzione svizzera, è perché i lavoratori sono stati messi con le spalle al muro. Lavoratori che non meritavano di certo la sorte che è stata loro serbata. Con lo sciopero hanno potuto difendere anche i loro stipendi, grazie ai quali possono vivere in questo cantone insieme alle loro famiglie. E fa specie che un solo comune, quello di Locarno, ha dimostrato senso di responsabilità nel voler costruire, insieme al Consiglio di Stato, una soluzione sostenibile per uscire dalla crisi».

Gianluca Bianchi ha infine magistralmente sintetizzato lo spirito delle maestranze: «34 marinai, 34 cuori che hanno vinto una lotta difficile grazie a tanto coraggio e a tanta determinazione. Il pane che potranno continuare a garantire alle loro famiglie avrà per sempre il sapore della dignità».

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COMMENTI
 

vulpus 6 anni fa su tio
Tutti si imbrodano ora. Se c'è stato un risultato è grazie ai famosi "marinai" che ci hanno messo faccia e rischi , e hanno saputo , con determinazione , chiedere quanto loro spetta e non la luna. I sindacati ora già lasciano presagire lotte verso un consorzio che non esiste, per il mantenimento di una retribuzione dignitosa. Dovrebbero invece impegnarsi, in quanto alcuni di loro siedono anche sugli scranni del gran consiglio, affinchè il futuro dei battelli a Locarno sia gestito da una azienda che abbia degli interessi economici si, ma anche uno scopo di mantenere un servizio pubblico efficente per cottadini e turisti. Il tutto potrà passare unicamente da un impegno in loco , tralaciando aziende private finalizzate solo agli utili. E sopratutto ai sindacati non strumentalizzare il tutto ai soli fini sindacali.
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