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L'OSPITETicino 3.0 e Blue Whale

30.05.17 - 07:00
Matteo Lordelli, vicepresidente Giovani Liberali Radicali Mendrisiotto
Keystone
Ticino 3.0 e Blue Whale
Matteo Lordelli, vicepresidente Giovani Liberali Radicali Mendrisiotto

Mentre c’è ancora chi dibatte sull’iniziativa Ticino 3.0 e sul controprogetto proposto dal governo denominato «Ticino 2.0», per quanto abbia apprezzato i due progetti, mi chiedo: ma questo Ticino è davvero un 2.0 o un 3.0 per quanto riguarda la formazione obbligatoria? Specialmente dopo che la cronaca ha portato alla luce i due possibili sospetti casi di Blue Whale in Svizzera. Blue Whale è un gioco che spinge i ragazzi tramite adescamento online (generalmente su social network) al suicidio dopo una lunga serie di «missioni», nella sola Russia le presunti morti dovute a questo gioco sono 150 adolescenti. Il nome della pratica, tradotto balenottera azzurra, deriva dal fatto che quest’animale solitamente si spinge verso la spiaggia per suicidarsi.

Ci tengo particolarmente a porre l’accento su social network, strumento che oggi la maggior parte degli adolescenti utilizza. Le pubblicazioni delle ultime statistiche parlano chiaro, in media navigano 2 ore e mezza al giorno durante la settimana, mentre nel fine settimana 3 ore e 40 minuti. Si tratta di un dato preoccupante? Questa non è una considerazione che spetta a me fare, la mia preoccupazione principale è: ma come navigano? Fanno le dovute attenzioni? Poiché quello che utilizzano è uno strumento potentissimo che permette di avere accesso a milioni d’informazioni spesso non così adatte a dei ragazzi. Sicuramente sarò preso per arrogante, ma la mia risposta preferisco riformularla in una domanda forse un po’ provocatoria: ma come fa una persona a fare attenzione per una cosa che nessuno gli ha mai spiegato il funzionamento o insegnato come utilizzarla in modo responsabile?! Semplice lo imparerà quando si brucerà, speriamo solo non si causino ustioni di terzo grado o addirittura la morte. Proprio come sta facendo questo stupido gioco!

A questo punto mi chiedo se sia ancora opportuna l’idea del Dipartimento dell’educazione, della cultura e dello sport di non introdurre per gli allievi della scuola dell’obbligo una materia dedicata al mondo dell’informatica? Anche perché sfogliando più volte il documento «La scuola che verrà» l’unico momento in cui è menzionata la parola «informatica» è nello spazio destinato ai ringraziamenti per le persone che hanno lavorato al progetto. Preferisco non entrare in merito su quali materie devono essere insegnate oggigiorno e quelle che dovrebbero forse essere declassate visto il contesto storico in cui ci troviamo. Purtroppo però nel lungo periodo bisognerà porsi delle domande e fare una scelta.

In conclusione reputo che la scuola ha il dovere di preservare i nostri valori, ma non bisogna dimenticare che ha anche il dovere di pensare al bene degli studenti. Che piaccia o no il cambiamento avviene, possiamo sceglierlo noi come affrontarlo, accettarlo e prepararci al meglio oppure rifiutarlo e subirlo. Spero però vivamente che in un futuro non molto lontano ai ragazzi della scuola dell’obbligo sia garantito uno spazio dedicato al mondo informatico e noi saremo qui a discutere su progetti di un Ticino 10.0.

 



 

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