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BERNAStrategia energetica per ridurre la dipendenza dall’estero

21.04.17 - 10:09
Il comitato interpartitico a sostegno dell’iniziativa afferma che lo status quo non è sostenibile
Strategia energetica per ridurre la dipendenza dall’estero
Il comitato interpartitico a sostegno dell’iniziativa afferma che lo status quo non è sostenibile

BERNA - In materia energetica, lo status quo non è sostenibile. Lo afferma oggi il comitato interpartitico favorevole alla Strategia energetica 2050, in votazione il 21 maggio, ricordando l'attuale forte dipendenza dall'estero.

La Svizzera assicura il 75% del suo fabbisogno energetico con le importazioni, due terzi delle quali sono costituite da energie fossili. Ogni anno sono così 10 i miliardi di franchi che finiscono nei Paesi arabi e in Russia per l'acquisto di petrolio, gas e uranio.

I prezzi all'importazione sono imposti da altri e l'approvvigionamento non è garantito. Con l'import la creazione di ricchezza si fa all'estero e non in patria. È un'assurdità economica, ha sostenuto oggi a Berna in una conferenza stampa il compitato composto da 150 parlamentari dei principali partiti (UDC escluso), secondo il quale è meglio puntare sull'energia rinnovabile indigena.

Si tratta di rafforzare il settore idroelettrico e potenziare la "raccolta di energia" che ci fornisce il sole, il vento, la geotermia e la biomassa, ha affermato Roger Nordmann (PS/VD). La soluzione proposta, insomma, è "profondamente patriottica", ha sostenuto il vodese.

Secondo il consigliere nazionale Peter Schilliger (PLR/LU) il progetto è un buon compromesso. Esso punta sull'efficienza energetica, su un sostegno limitato nel tempo alle energie rinnovabili e su incentivi fiscali destinati al risanamento degli edifici.

Schilliger ha anche ricordato che l'economia sostiene la Strategia energetica, in particolare l'Unione svizzera delle arti e mestieri (USAM). La presidente dei Verdi Regula Rytz, pur ammettendo che non risolve tutti i problemi, ha sostenuto che il progetto contiene dei progressi per l'ecologia, in particolare per i biotopi d'importanza nazionale.

In merito ai costi, i parlamentari presenti alla conferenza stampa non hanno nascosto il fatto che ci saranno, ma hanno denunciato le cifre avanzate dall'UDC. Werner Luginbühl (PBD/BE) ha parlato di "campagna menzognera".

Il consigliere nazionale Stefan Müller-Andermatt (PPD/SO) ha sostenuto che l'UDC vuole affossare la riforma senza proporre tuttavia alcuna alternativa. Secondo l'Unione democratica di centro la Strategia energetica costerà 3200 franchi all'anno per ogni economia domestica, per il Consiglio federale 40 franchi.

 

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