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L'OSPITESwisscom e le nostre tracce

07.03.17 - 07:52
Bruno Storni, deputato PS in Gran Consiglio
Swisscom e le nostre tracce
Bruno Storni, deputato PS in Gran Consiglio

La “proposta indecente”, come l’ha definita recentemente il Direttor Caratti sulla Regione, di Swisscom che propone ai clienti una nuova dichiarazione generale sulla protezione dei dati chiedendo con il silenzio assenso di poter usare i nostri dati per le loro attività commerciali, non è altro che una forma di “outing” che ci apre gli occhi sull’ormai compiuta rivoluzione nei settori dei media e dei servizi informatici online. Eppure da tempo cediamo i nostri dati, con il nostro consenso “strappato” con un nostro ingenuo click sull’accettazione delle condizioni d’uso, che magari neanche leggiamo, quando attiviamo uno dei tanto servizi online a pagamento o gratuiti. Servizi online come sirene (Server Siren, Jaron Lanier) attirano (e regaliamo) i nostri preziosi dati personali di qualsiasi tipo.

Quando Facebook nel 2012 andò in Borsa il valore degli impianti ammontava a 6 miliardi e il servizio aveva già un miliardo di utenti, ma quello che fece lievitare a oltre 100 miliardi l’esito dell’offerta pubblica era il tesoro nascosto della neo quotata società: i dati che il miliardo di utenti avevano già lasciato sui server FB, circa 200 miliardi di informazioni personali e comportamenti in post e mi piace. Si stima che il valore di queste informazioni ammontasse a 100 $ per utente (Mayer-Schönberger, Cuker).

FB con i profili e le abitudini dei suoi miliardi di utenti riesce a vendere pubblicità e comunicazioni in modo molto mirato incidendo fortemente nella torta del mercato pubblicitario a discapito dei media stampati, ‘laRegione’ compresa, ma anche della televisione. Siamo nell’era dei Big Data dei Data Center, dell’informatica avanzata, il tutto in crescita sempre più rapida sull’onda del dirompente continuo sviluppo microelettronico. Microcalcolatori sempre più performanti interconnessi con sistemi di comunicazione sempre più veloci.

Una rete globale di Data Center, server e nuovi servizi online cresciuta per sostenere e sfruttare l’enorme diffusione di smartphone e tablet a larghezza di banda in continua crescita: siamo al cellulare 4,5G e dietro l’angolo c’è la 5G. Telecomunicazione cellulare sempre meno usata per la voce ma sempre più per i dati: lo scorso anno il volume di dati trasmessi tramite reti senza fili ha superato quello su linee fisse cablate.
Swisscom sfrutta abilmente questi nuovi trend, da semplice fornitore di telefonia fissa in regime di monopolio ha saputo reinventarsi nel deregolamen- tato settore telecom e ampliare la presenza sul mercato. Lo sviluppo tecnologico nelle telecomunicazioni in una prima fase aveva fatto nascere la telefonia cellulare aperta alle logiche dell’economia di mercato, alla telefonia ha aggiunto trasmissione dati che oggi generano informazioni e conoscenze del profilo del singolo utente per i service provider.

Chiaro che i nostri click su Bluewin Tv o altro a casa o sullo smartphone  vengono registrati tanto quanto le interazioni che facciamo su Facebook o Google che di queste informazioni hanno fatto il loro capitale. Per capire quanto valgono i nostri dati, l’esempio di Amazon di cui si dice che realizzi un terzo delle vendite grazie a pubblicità personalizzata e mirata generata in base anche ai dati raccolti su ogni singolo cliente.
Le nostre tracce informatiche hanno quindi un valore che Swisscom come tutti i service provider cerca di capitalizzare con il nostro silenzio assenso. Oltre all’outing di Swisscom in questi giorni, la notizia sui dati che le nostre automobili di ultima generazione generano e inviano in continuo al produttore via rete cellulare, ma anche la nuova frode con gli emulatori AdBlue per i filtri dei motori Diesel che la digitalizzazione facilita sulla scia dell’informatica che ingannava le misurazioni delle emissioni sui motori Diesel VW. Effetti collaterali che la digitalizzazione porta e porterà in futuro con i quali dovremo abituarci a confrontarci.

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