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GAMESVR46 The Game: tanto Valentino Rossi, forse troppo

29.06.16 - 12:00
La versione 2016 di MotoGp piace e diverte, offre letteralmente una montagna di contenuti, ma non è ancora un next gen.
Milestone
VR46 The Game: tanto Valentino Rossi, forse troppo
La versione 2016 di MotoGp piace e diverte, offre letteralmente una montagna di contenuti, ma non è ancora un next gen.

MILANO - "Valentino Rossi The Game". Iniziamo dalla fine: dovete comperarlo se da vent’anni salite in piedi sul divano per il portento di Tavullia, non dovete farlo se giocate guardando i lati dello schermo e sbavate per texture e dettagli. Dovete comperarlo se siete dei bambinoni che fanno la telecronaca della gara a voce alta facendovi prendere in giro anche dal gatto, non dovete farlo se cercate la simulazione della vita che porti (finalmente) il motociclismo sulla nuova generazione di console.

Stalking - Quest’anno Milestone ha confezionato l’ennesimo capitolo di MotoGp attorno alla sua stella più splendente: Valentino Rossi. In questo gioco del Dottore c’è tutto. Correndo il rischio di superare i limiti dello stalking lo seguirete in pista, nel Motor Ranch di Tavullia, nelle chat WhatsApp tra i piloti della sua Academy e finanche nell’annuale appuntamento con il Rally di Monza. La morbosità tocca il suo apice, quando nella modalità Rossi Experience, dove si è chiamati a battere i migliori tempi del marchigiano o rivivere, in modalità scenario, i momenti più epici della sua carriera. Con tanto di Guido Meda al commento.

La guida - Se la casa italiana non si è risparmiata nella quantità di contenuti e dettagli, non ha rivoluzionato il gioco in nessun modo. Pur migliorato qua e là, MotoGp prosegue piuttosto uguale a sé stesso. Se è migliore il realismo delle piste, l’intelligenza artificiale non appare così sveglia, regalando momenti un po’ surreali in gara. Buona la guidabilità (per un novellino servirà, come sempre, qualche ora per iniziare a divertirsi davvero), varie le configurazioni. Discreta la differenziazione tra le moto che, qui sta il bello, sono tantissime. Si può tornare alle vecchie 125, 250, 500 o correre con le più attuali. Tanto realistico, ma non troppo. Un compromesso che lascia divertire a lungo, anche se il balzo avanti è rimandato una volta ancora.

Partenza a singhiozzo - Se si parla della veste grafica (delicata questione per Milestone) siamo sopra la sufficienza. Particolarmente ispirato il design delle interfacce, resa di piloti e piste abbastanza soddisfacente mentre la fluidità delle animazioni è decisamente buona. Neo invece praticamente imperdonabile, almeno nella versione Xbox One (quella da noi testata in maniera più estesa) è il frame-rate a singhiozzo soprattutto quando ci sono troppi elementi (leggasi piloti) sullo schermo: tutto inizia a scattare vistosamente. Nella versione Playstation 4, invece, il difetto è praticamente inesistente.

Modalità sballo - Una sana dose di divertimento è regalata dalle corse al Motor Ranch, sul flat track. Dove Valentino e i piloti della sua Academy si sfidano di traverso piede a terra per giri e giri. Spassosa anche la modalità americana. Nella modalità carriera, dove queste gare intermezzano le gare di campionato del vostro pilota che dovrà scalare le categorie, le sfide su terra rappresentano un buon diversivo e permettono di migliorare i punteggi del vostro personaggio. Valori che si traducono in miglioramenti in pista.

Modalità noia mortale - Ok, Milestone è la casa delle simulazioni di guida per eccellenza, ma l’inserimento delle gare di rally e di quelle di drift, appare alquanto lezioso. I rally, che vanno a differenziare la serie di gare, diventano più che altro un disturbo. Il compito è stato prendere i titoli rallystici dell’etichetta e arcadizzarli eccessivamente. Arricchendo un lato narrativo che in un gioco di simulazione sfora già il superfluo. Ma, ancora peggio, verrebbe voglia di ingoiare il pad quando si scoprono le gare di drift, piatte, inutili e tremendamente noiose. Benché ogni appassionato di motori sbavi al solo pensiero di una Mustang di traverso, in questo caso uno si chiede solo: «Perché? Come si skippa???»

VOTO: 6

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