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SVIZZERALotta al lavoro nero, "ci vuole maggiore collaborazione"

21.04.15 - 12:02
Lotta al lavoro nero, "ci vuole maggiore collaborazione"

BERNA - I controlli a livello cantonale nell'ambito delle misure di accompagnamento alla libera circolazione delle persone vanno meglio coordinati con i provvedimenti volti a contrastare il lavoro nero. È quanto suggerisce il Controllo federale delle finanze (CDF) in un rapporto indirizzato alla Segreteria di Stato dell'economia (SECO).

Per il CDF vi è una lacuna palese a livello di sinergie: una migliore collaborazione non farebbe che migliorare l'efficienza dei mezzi a disposizione dei cantoni per contrastare gli abusi nel mercato del lavoro.

Il CDF ha messo anche in rilievo lo squilibrio esistente in fatto di mezzi: le misure di accompagnamento usufruiscono di un sostegno finanziario tre volte superiore rispetto a quello attribuito alla lotta contro il lavoro nero.

Per quanto riguarda le misure collaterali alla libera circolazione delle persone, il CDF indica che nel solo 2013 sono stati eseguiti 40 mila controlli. La Confederazione ha messo a disposizione 11,4 milioni di franchi. I controlli riguardanti il lavoro nero sono stati 12 mila e i mezzi a disposizione 4 milioni.

A tale proposito, nel rapporto si fa notare che i lavoratori distaccati e indipendenti rappresentano appena lo 0,7% del volume di lavoro in Svizzera, mentre si stima che i lavoratori in nero siano oltre un milione.

Il CDF ha anche sottolineato le grandi divergenze tra cantoni in merito alle sanzioni inflitte alle imprese non in regola con le disposizioni. Si va dalla sospensione dei lavori ad ammende fino ad un massimo di 5 mila franchi. Attualmente un progetto del Consiglio federale prevede un aumento delle multe fino a 30 mila franchi.

In alcuni casi le multe inflitte sembrano inoltre avere un'efficacia dissuasiva limitata: in 4 cantoni, per esempio, il tasso di incasso è inferiore al 50%.

Stando al CFD, la Confederazione potrebbe inoltre spingere le commissioni paritetiche (padroni e sindacati) ad unirsi allo scopo di raggiungere una massa critica sufficiente che permetta controlli più efficaci.

La SECO ha promesso di tenere conto di questi consigli che saranno integrati negli accordi di sovvenzionamento dal 2017. Si esaminerà tra l'altro l'opportunità di un sostegno finanziario forfettario per i controlli delegati agli organi di esecuzione cantonali.

In effetti, il CDF ha constatato sensibili differenze tra un cantone e l'altro: un controllo sovvenzionato in una società attiva in Ticino costa 133 franchi, mentre nel Giura 1052 franchi. Per un controllo di persona si va dai 44 franchi di Ginevra ai 300 di Appenzello.

Il CDF chiede anche ai cantoni una strategia per quanto attiene alla scelta dei soggetti da controllare: oggi sono i responsabili dei controlli che decidono. Manca insomma un approccio sistematico.

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