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CANNESFestival di Cannes, Moretti presidente: "Sarò un capoclasse"

16.05.12 - 21:46
"Grazie alla Francia che, contrariamente ad altri, riserva sempre un ruolo importante al cinema"
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Festival di Cannes, Moretti presidente: "Sarò un capoclasse"
"Grazie alla Francia che, contrariamente ad altri, riserva sempre un ruolo importante al cinema"

CANNES  - 1976, Io sono un autarchico: 'no, il dibattito nò urlava Nanni Moretti. 2012, il regista italiano adorato dai francesi è il presidente della giuria del 65/mo festival di Cannes che si apre stasera con il tenero Moonrise Kingdom di Wes Anderson. Gli anni passano, le idee cambiano. E infatti Moretti annuncia la prima regola della sua presidenza: "ci vedremo spesso, ogni due giorni per parlare dei quattro film visti".

Moretti l'italien, che rilascia interviste solo ai giornali francesi - oggi è il giorno di Liberation - è, come diceva ieri il delegato generale del festival Thierry Fremaux, "concentré, concerné, honoré e infatti alla conferenza ufficiale di oggi ha mostrato esattamente di essere concentrato, interessato, onorato.

"Sarò molto democratico, una specie di capoclasse, uno dei nove. La cosa importante è vedere tutti i film con la stessa attenzione e lo stesso rispetto, per questo ci dobbiamo vedere spesso, così non li dimentichiamo". A Liberation, il regista che l'anno scorso era in gara con Habemus Papam, ha parlato di altre tre regole, peraltro da lui già applicate da presidente della giuria della Mostra del cinema di Venezia nel 2001, l'anno della Palma d'oro per La stanza del figlio, ossia "non applaudire, nè prima, nè dopo le proiezioni, perchè saremo osservati e ogni gesto sarà interpretato. Poi: vedere tutti i film, dall'inizio alla fine e infine non andare alle feste dei film in concorso". Ma su quest'ultimo passaggio a Libè ha fatto capire che potrebbe fare eccezioni.

Accanto al presidente Moretti gli altri giurati: s'intuisce che il confronto più interessante sarà con il regista americano Alexander Payne (Paradiso amaro con George Clooney), che detto per inciso parla pure in italiano, e con lo stilista Jean Paul Gaultier, che ha fatto i costumi di vari film di Pedro Almodovar e del Quinto elemento di Luc Besson e vuole essere "trasportato dall'emozione che si prova da spettatore normale, da amante del cinema classico, d'autore come i film di Antonioni o divertente come Rocky Horror picture show".

Meno paritario potrebbe essere il rapporto con gli attori Ewan McGregor, Diane Kruger, Emmanuelle Devos, la palestinese Hiam Abbas e forse con la regista inglese Andrea Arnold e il regista-produttore-ministro della cultura di Haiti Raoul Peck, poco esposti nell'incontro con la stampa. "Non ho studiato 'le vite degli altri' - ha detto Moretti serioso, per l'occasione in cravatta rosso scuro -, li stimavo tutti e sono felice di stare qui con loro. Sono allegri e di buon umore e questo farà bene alla giuria. Mi stimola lavorare con tutte queste persone aperte, è un'ottima premessa di buon lavoro, nessuno viene qui con pregiudizi negativi".

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