Vuoi un cane bene addestrato? Addestra te stesso
La domesticazione del cane ha segnato il successo dell'Homo Sapiens, permettendogli di sopravvivere all'Uomo di Neanderthal. Il binomio uomo-cane è risultato conveniente sia all'uomo che al cane. Il cane non è solo un amico, il cane è un compagno di vita, un alleato senza il quale non saremmo quello che siamo.
Nel tempo però qualcosa nel rapporto simbiotico uomo-cane è andato deteriorandosi: la comunicazione, in particolare la capacità dell'uomo di interpretare il comportamento del cane.
Graeme Sims ha scritto un nuovo libro attraverso il quale ci aiuta a riappropriarci di una tecnica tanto naturale quanto ormai distante. Ne ho approfittato per chiedergli alcune cose...
N: Che cosa è cambiato Graeme nel prezioso rapporto tra l'uomo e il cane?
G: È cambiata l’attitudine dell’uomo nei confronti del cane. Le cause sono molteplici. Da una parte il nostro allontanamento dagli ambienti rurali, per risiedere in agglomerati urbani. Questo distacco ci ha portati a perdere gli stimoli maggiormente legati alla natura e a dimenticare come interpretarli. Per il cane questo ha significato una diminuzione del suo impegno intellettuale. Dall’altra sicuramente una cultura improntata sulla superiorità dell’uomo in quanto fatto a immagine e somiglianza di Dio.
N: Graeme, sei stato Pastore della Chiesa anglicana e hai esercitato per diversi anni. Che cosa ti ha portato a pubblicare i tuoi ragionamenti?
G: Questa è un'ottima domanda... Diciamo che ho raggiungo un'età in cui il desiderio di dire la verità è prevalso sull'influenza dell'ambiente nel quale ho vissuto. Vorrei che le persone guardassero gli animali in un'ottica diversa.
N: Che cos'è dunque la cosa giusta?
G: La cosa giusta è avere la giusta attitudine, mettere cioè da parte questa nostra indotta arroganza che ostacola ogni tipo di comunicazione interspecie. Non si tratta di dominare il cane, di correggere i suoi comportamenti sbagliati, si tratta di comprenderlo. E una volta compreso la comunicazione diventa naturale e il risultato non tarderà ad arrivare.
La verità, per quanto irritante possa essere, ci porta a dover lavorare su noi stessi, prima di iniziare il lavoro con il nostro cane. Quando gestivo 10 cani contemporaneamente di fronte a migliaia di persone il mio esercizio giornaliero consisteva nel correggere e a migliorare me stesso, la mia capacità di comprensione e di comunicazione, piuttosto che lavorare direttamente sui miei cani. Da anni il mio metodo viene considerato gentile. Io aggiungerei che insieme alla gentilezza occorre avere molta coordinazione e un perfetto sincronismo. La maggior parte della comunicazione avviene attraverso il corpo, il più possibile senza parole.
Nella mia esperienza sono giunto alla conclusione che il cane è lo specchio del padrone, o comunque una reazione al suo modo di essere, fermo restando che ogni cane ha un quid iniziale proprio che il nostro comportamento andrà a influenzare, nel bene e nel male. Il comportamento inadeguato del cane non è il problema da risolvere, ma la reazione al problema stesso. Si tratta di un segnale di allarme. Non esiste per me un elenco di problemi e di soluzioni, ma esiste un approccio, un modo di affrontare le situazioni basato sulla capacità di osservazione e di comprensione.
E mentre Graeme racconta mi rendo conto che è naturalmente molto più delle sue parole..."