Papageno: in nome dei padri
1° : Nel 1989 la Svizzera ha firmato i seguenti accordi internazionali: ART.18:' Gli Stati si impegnano a garantire il principio secondo il quale entrambi i genitori hanno comuni responsabilità per quanto riguarda l'educazione del fanciullo e il provvedere al suo sviluppo'. Convenzione ONU sui Diritti del Fanciullo (New York 20.11.1989). ART.11:" Gli stati membri si impegnano a non separare i figli dai genitori contro la loro volontà".
Convenzione Internazionale dei Diritti del Fanciullo. Cosa fa la giurisprudenza nei casi di separazione e divorzio per mantener fede a questi trattati internazionali? Niente! Semplicemente li ignora ed imperterrita prosegue sulla via dell’affido esclusivo ad un genitore. La bigenitorialità non è un concetto economicamente allettante! Non si pensa, e non si vuole pensare, al diritto del bambino ad avere una madre ed un padre equamente attivi nel suo accudimento e nella sua educazione! Contro il genitore che desidera e vuole fare il genitore anche dopo la separazione, al figlio s’impone l’affido esclusivo alla madre ed al padre l’esclusione forzata dalla vita dei figli e del denaro da versare.
2°: Art. 274 CCS: "Padre e madre devono astenersi da tutto ciò che alteri i rapporti del figlio con l’altro genitore o intralci il compito dell’educatore".
Nella giurisprudenza è formalmente assodato l’orientamento in base al quale un genitore non può arbitrariamente trasferire la residenza dei bambini senza l’accordo dell’altro genitore o l’autorizzazione del Giudice. Il genitore che, al contrario, senza autorizzazione del Giudice, né avendo richiesto ed ottenuto il previo consenso dell’altro genitore, trasferisca la residenza del figlio minore in un’altra regione, trasgredirebbe il principio basilare del "bene del minore" dimostrando un comportamento incompatibile con il ruolo di genitore affidatario.
Da tale condotta dovrebbe derivare una grave inadempienza sanzionabile da parte del Giudice anche con la possibile inversione dell’affidamento e/o collocamento della prole. Non accade mai!
3° : Alimenti per un figlio al di sotto dei CHF 600.- sono rari, la maggior parte situandosi fra i 600.- ed i 2'100.- mensili. Per un figlio la madre percepisce dunque dai 20.ai 70.- al giorno. Allo stesso tempo, quando i figli sono con il padre, per un arcano mistero, non costano più un solo franco! Per l’esercizio dei diritti di visita (4 gg. al mese), le vacanze scolastiche (2-4 sett. all’anno), le feste natalizie e/o pasquali (2-4 sett. all’anno), i figli mangiano, bevono, imparano, si divertono, tutto a gratis, offerto non si sa però da chi. Quand’anche venissero affidati totalmente al padre, per convenienza o necessità, per esempio perché adolescenti "difficili", imperterriti continuerebbero a non costare nulla, a non ricevere neppure un franco di alimenti dalla madre. Immaginatevi quando a questo padre toccasse di vivere con 2'150.- al mese di prestazioni assistenziali. Pazzesco! Eppure è quanto viene prodotto, e da anni!
4°: Psicologi, assistenti sociali, avvocati, giudici e pretori, giustificano l’affido esclusivo alla madre, d’ufficio ed a prescindere da una puntuale e tempestiva valutazione, perché sarebbe il genitore più implicato nell’accudimento e nell’educazione dei figli. Cosi facendo, gli attori implicati nei casi di separazione e divorzio, affermano la fondamentalità della "continuità relazionale" con il genitore che, prima della separazione, s’occupava primariamente, per la maggior parte del tempo, dei figli. Nel contempo, questi stessi attori, attestano tacitamente che, qualora prima della separazione fosse invece stato il padre ad occuparsene più che la madre, questa stessa fondamentalità della "continuità relazione", inspiegabilmente, non conterebbe più nulla. La "continuità relazionale" risulta per costoro importante unicamente qualora confermasse la pratica dell’affido esclusivo alla madre, altrimenti rimarrebbe da considerarsi "irrilevante".
5°: Preture, servizi sociali, commissioni tutorie, psicologi ed assistenti sociali, dinanzi ad un genitore sposato o convivente "trascurante", poco o per nulla presente nell’accudimento e nell’educazione dei figli, si sentono chiamati ad intervenire a tutela dei minori in modo da correggere, ripristinandolo, il rapporto di responsabilità che, tra genitore e figli, deve sussistere. Nei casi di separazione e divorzio, questi stessi attori, con radicale incoerenza, ordinano al padre di diventare un genitore "trascurante". Neppure l’articolo CPS 292, pensato a garantire i "diritti di visita" pena una multa, poco valido perfino nella migliore delle sue applicazioni, può garantire i 4 miseri giorni mensili riservati al genitore "escluso" dalla relazione con i figli, nel 95% dei casi il padre. Non soddisfatta, la consigliera federale sig.ra Sommaruga, brama inasprire il trattamento riservato al padre. Secondo l’illuminata consigliera, qualora la madre si rifiutasse di permettere l’esercizio dei diritti di visita, non dovrebbe accaderle nulla perché, udite udite, penalizzandola per inosservanza della legge si farebbe del male ai figli! Portagli via radicalmente il padre, seconda questa ed altre lungimiranti autorità, non procurerebbe ai figli invece alcuna sofferenza.
6°: Forze politiche desiderano modificare il congedo maternità e paternità in maniera da forzare la madre ad abbandonare presto l’accudimento del neonato perché se ne occupi il padre, il quale dovrebbe, non si sa come, volente o nolente, sostituire le insostituibili cure materne. Allo stesso tempo, nella quasi totalità delle separazioni, si consegnano i figli alla madre in affido esclusivo e si esclude forzatamente il padre dall’accudimento e dall’educazione dei propri figli, facendo altresì mancare un fondamentale sostegno alla madre.
7°: I Giudici federali hanno deciso che una madre in Svizzera, dunque anche in Ticino, per potersi occupare del proprio figlio può rimanere a casa a tempo pieno fino al 10mo anno di età di quest’ultimo, poi a metà tempo fino al 16mo anno. Nello stesso tempo, la politica familiare preme affinché le madri "abbandonino" i loro piccoli, già nella fascia di età 0-3 anni (fase dell’imprinting!), in pre-asili o nidi d’infanzia appositamente creati, per tornare a lavorare, a far grana e alimentare il "circuito economico".
8°: Sono nati ovunque uffici cantonali e federali per le "pari opportunità fra uomo e donna", per le "vittime di violenza domestica", Centri d’accoglienza per donne/ madri vittime di violenza (non contro la violenza sulle persone a prescindere dal loro sesso!) e cosi via. Rappresentano certo un progresso di civiltà, non v’è dubbio, tuttavia la percezione più diffusa è quella che questi uffici, per lo più occupati da donne, s’attivino per tutelare unilateralmente i diritti della donna.
Quando la vittima di violenza, fisica o psichica, è invece l’uomo, quando la parità donna-uomo non è rispettata poiché un settore è occupato da un massiccio numero di donne (educazione, socialità, sanità, scuole d’infanzia ed elementari, segretariato, ecc.), allora tutte queste istanze smettono di "agitarsi". In tutti questi casi, che fine fanno dignità, coerenza e pari opportunità?
9°: L'interruzione del progetto e delle relazioni genitoriali viene vissuta in larga maggioranza dai padri. Per questa ragione sono i padri a figurare ampiamente in testa all'elenco degli autori di suicidio e/o omicidio legati alla separazione dai figli. Una nuova tipologia di soggetti deboli viene costantemente incrementata dall'attuale Diritto del divorzio e soprattutto dalla giurisprudenza che si fonda sulla prassi consolidata del genitore affidatario, sulla logica giuridica del conflitto e della mancata separazione fra ruoli coniugali e ruoli genitoriali. Analizzando le moderne responsabilità dei nuovi padri verso i figli, una considerazione inquietante s’impone: ad un’accresciuta partecipazione paterna al progetto genitoriale coincide, in caso di interruzione del progetto stesso, una reazione uguale ed inversa di corrispondente sofferenza. Ad un’accresciuta partecipazione paterna al progetto genitoriale, inspiegabilmente coincide un’aumentata richiesta da parte delle madri di separazioni e divorzi!
Perché allora voler considerare esclusivamente "soggetto debole" la madre, e non avviare un’attenta osservazione del fenomeno criminogeno ed un tempestivo intervento da parte di sociologi, antropologi, psichiatri e criminologi? Non abbiamo avuto sufficienti morti?
10° : La quasi totalità delle cause di separazione finisce con un affido dei minori alla madre e con alimenti che il padre deve versare. La nostra giurisprudenza, anziché fornire certezza di imparzialità, dà "quasi certezze" di ingiustizia: infatti dice in anticipo ai padri di avere il 95% di possibilità di perdere una causa, con pesanti contraccolpi psicologici ed economici, solo perché appartenenti al sesso maschile! Un’assurdità che distorce il concetto stesso di "giustizia". La sentenza che un padre separato solitamente ottiene gli impone infatti di considerare "normale" ed "obbligatorio" quello che lo stesso Diritto e la stessa Psicologia definiscono lesivo dei diritti del minore e della sua stabilità!
I politici da noi eletti non devono, rassegnati, piegarsi dinanzi a questa deplorevole e anacronistica giurisprudenza di pochi Giudici, ma intervenire al più presto per fare modificare gli articoli di legge obsoleti e crearne nuovi conformemente all’evoluzione del nucleo familiare e ai bisogni dei figli, riportando come si suol dire "il campanile al centro del villaggio".
ROBERTO FLAMMINII, Educatore SUPSI, ospite della Rubrica "Papageno: in nome dei Padri".
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