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TICINOL'affido esclusivo può uccidere

06.06.11 - 09:08
Papageno: in nome dei padri
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L'affido esclusivo può uccidere
Papageno: in nome dei padri

I fatti di cronaca in rapporto con il Diritto nei casi di separazione o divorzio, sono in aumento! L'inibizione di ruoli e relazioni genitoriali, legalizzata e sistematicamente imposta dall’attuale Diritto del divorzio, innesca una spirale di disperazione della quale il fatto di cronaca nera è l'aspetto più eclatante, ma non certo l'unico. Le stragi familiari costituiscono unicamente la punta dell'iceberg. La separazione e il divorzio rappresentano un importante fattore di rischio che spinge al suicidio quasi esclusivamente i padri, pur essendo fattore di rischio che riguarda necessariamente l'identico numero di madri e di padri. L'esclusione dalla vita dei figli procura contraccolpi tremendi sulla sfera relazionale ed emotiva del genitore escluso (nel 95% dei casi il padre) facendo registrare, negli ultimi anni, una progressione di episodi tragici che dovrebbero suscitare preoccupazione. Inspiegabilmente, contro ogni logica e buon senso, pare non destarne alcuna!!

Una nuova tipologia di soggetti deboli è creata ed incrementata dall'attuale Diritto del divorzio, e soprattutto da una giurisprudenza decennale e consolidata che tuttora si fonda sulla prassi del genitore affidatario unico (nel 95% dei casi la madre), sulla logica del contenzioso e del conflitto a tutti i costi, della mancata separazione fra ruoli coniugali e ruoli genitoriali. Puoi smettere di essere marito, ma non di essere padre!! Perché allora ostinarsi a tenerli uniti per cui se devi smettere di fare il marito devi pure smettere di fare il padre? In modo quantomeno bizzarro, questo bisogno di accudimento della prole è stato per i padri drasticamente ridotto al solo sostentamento economico, forse equiparando l'assegno mensile al "cibo" che l'animale deve fornire ai propri cuccioli! Il bisogno di proteggere e vigilare sulla prole, di garantire la sopravvivenza della specie, scatena da sempre aggressività verso chiunque a tale "istinto" si oppone o tenta di opporsi. L’espropriazione legalizzata della prole da parte di giudici, servizi sociali o chicchessia, ed il divieto di occuparsene, confliggono anche con le più elementari e primordiali pulsioni biologiche. Questo chiarisce, o dovrebbe, perché la violenza si scatena quando si spezza la continuità genitoriale: è un istinto innato, più potente di qualsivoglia invenzione socioculturale qual’é invece il Diritto. Contro l’annientamento del più forte istinto naturale, quello cioè di proteggere e vigilare sulla prole, i dettami del Diritto hanno potere scarso o nullo! Anche in futuro, potrebbe rivelarsi un errore grave non voler considerare che l’esclusione forzata di un genitore dalla vita dei figli, oltre che rabbia e profonda insoddisfazione, può generare violenza, anche istintiva e quindi automatica. L'interruzione giuridica del progetto e delle relazioni genitoriali è vissuta prevalentemente dai padri (95% delle sentenze): per questa ragione sono i padri a figurare in testa all'elenco degli autori di omicidio legati alla separazione dai figli. L'affido esclusivo può uccidere! … E qualche volta lo ha già fatto!

Urge un profondo ripensamento del Diritto della separazione e del divorzio, un Diritto che tenga conto della realtà e delle ricerche scientifiche accumulate a tal proposito! Perché ostinarsi ad ignorarle? Noi siamo per la "bigenitorialità", la protezione del più debole vale a dire del minore, il rispetto dei diritti del bambino, la fondamentalità in famiglia come in società, della funzione e dei compiti della madre tanto quanto del padre.

R.FLAMMINII, Educatore specializzato SUPSI, ospite della rubrica "Papageno: in nome dei padri"

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