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BERNA / CANTONE"Io avrei affrontato pomodori e uova marce"

27.02.14 - 19:37
Il consigliere nazionale Ignazio Cassis critica la "fuga" di martedì sera da Agno di Eveline Widmer-Schlumpf: "In un periodo così surriscaldato per il Ticino, sbagliato non comunicare al Paese le proprie scelte"
Foto d'archivio (Keystone)
"Io avrei affrontato pomodori e uova marce"
Il consigliere nazionale Ignazio Cassis critica la "fuga" di martedì sera da Agno di Eveline Widmer-Schlumpf: "In un periodo così surriscaldato per il Ticino, sbagliato non comunicare al Paese le proprie scelte"

LUGANO - "Sì, guadagnare soldi in Svizzera e spenderli in Germania, sarebbe il paradiso!". E' questo il commento di due giovani tedeschi sentito su un treno ai confini con la Germania da un blogger e riportato sull'edizione online del Tages-Anzeiger.

Il commento, uno dei tanti giunti alla redazione del quotidiano zurighese, è allegato ad un articolo scritto e pubblicato lo scorso 17 febbraio dal Consigliere nazionale ticinese Ignazio Cassis dal titolo "Basta con i regali fiscali ai frontalieri", in cui vengono spiegati i motivi che hanno spinto il PLR ticinese a farsi promotore di una iniziativa cantonale (votata all'unanimità dal Parlamento Cantonale a fine gennaio) che chiede al Consiglio federale la disdetta dell'accordo italo-svizzero sui frontalieri, risalente al 1974.

"Sono sorpreso dall'eco che ha avuto questo mio articolo" ci ha detto il consigliere nazionale PLR. In Svizzera tedesca la questione tutta ticinese sui frontalieri ha suscitato un interesse per certi versi inaspettato: "Ricevo molti interventi e domande alle quali cerco di rispondere nel mio tempo libero", ha aggiunto il dottor Cassis, che, da noi sollecitato, ha criticato la scelta della consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf di sottrarsi ai tanti giornalisti accorsi ad Agno martedì sera per sapere dell'esito dei colloqui avuti con il Consiglio di Stato ticinese.

Dottor Cassis, una sua opinione sull'incontro del Consiglio di Stato con la Consigliera federale Eveline Widmer-Schlumpf di martedì sera. Com’è andata secondo lei?
"Sono sempre da salutare positivamente gli incontri diretti tra governo cantonale e federale, anche se non sono d’accordo con la posizione della Consigliera federale Widmer-Schlumpf. Ritengo infatti che oggi si debba disdire l'accordo del 1974 sui frontalieri, anche se ciò dovesse comportare la caduta dell'accordo sulla doppia imposizione con l’Italia. Ne negozieremo un altro, che tra l’altro è già pronto. E' anche nell'interesse degli italiani avere un tale accordo. Il gioco si fa duro, ma io non ho paura”.

Ne ha parlato anche con altri colleghi in Parlamento?
“Per quanto riguarda il gruppo parlamentare liberale-radicale a Berna, non c’è ancora una posizione ufficiale. Abbiamo però tastato il polso e sembra che vi sia una maggioranza favorevole a sostenere la rivendicazione ticinese. Sono fiducioso”.

Quando si esprimerà il Parlamento a Berna?
"Ci vorranno mesi. L'iniziativa cantonale ticinese deve infatti seguire il suo corso: sarà attribuita a una commissione, che a sua volta darà un'indicazione di voto al plenum. Un iter che sarà ripetuto nell'altra camera. Non scordiamoci tuttavia che la competenza decisionale per gli accordi internazionali è del Consiglio federale. Il Parlamento può fare pressione, ma la competenza costituzionale è del Governo. Dal profilo politico, tuttavia, difficilmente il Consiglio federale agirà contro il Parlamento”.

Come giudica la scelta di Widmer-Schlumpf di non rilasciare nessuna dichiarazione al termine dell’incontro con il Consiglio di Stato?
"Senza voler giudicare le scelte della signora Widmer-Schlumpf, io non mi negherei alla popolazione in un momento in cui il malumore è così alto. Piuttosto preferirei affrontare pomodori e uova marce. Credo che sia corretto comunicare al Paese le proprie scelte, quando si ricopre una carica istituzionale come la sua. In un ambiente così surriscaldato come quello ticinese di oggi, avrei visto di buon occhio la partecipazione della Consigliera federale alla conferenza stampa, insieme al Presidente del Consiglio di Stato".

Torniamo all’accordo sui frontalieri, Widmer-Schlumpf ha promesso che quello nuovo sarà migliore per il Ticino…
“Quest’accordo è vecchio e stravecchio e crea un’ingiustificabile distorsione della concorrenza. Avremmo già dovuto disdirlo 10 anni fa, ma a posteriori siamo sempre più intelligenti. Pensare di poter rinegoziare oggi un accordo migliore con un’Italia alla ricerca disperata di soldi per evitare la bancarotta mi pare un’ingenuità. L'Italia è oggi dilaniata da una difficilissima situazione politica e non mi pare in grado di discutere di clausole che richiedono il bilancino del farmacista. Il nuovo premier Renzi, d’altronde, ha chiaramente l’intenzione di andare a cercare capitali all’estero e di farlo con il cannone, non con il fioretto”.

Da sinistra si critica dicendo che è sbagliato prendersela soltanto con i frontalieri…
“Giusto. Sarebbe sbagliato demonizzare soltanto i frontalieri o soltanto gli imprenditori. Esiste in Ticino tutto un mondo imprenditoriale importato dall'Italia che crea dumping salariale. Ciò non è colpa dei lavoratori frontalieri, ma una situazione che fa comodo a tanti e che ognuno sfrutta a suo piacimento, creando importanti danni alla collettività. Ce ne siamo accorti in ritardo. E ora siamo impegnati a raccogliere i cocci di un vaso rotto. Non è né la prima né l’ultima volta e la reazione più sbagliata è quella della caccia ai colpevoli: occorre invece sangue freddo e impegno per adottare le migliori soluzioni nell’interesse dei nostri cittadini”.

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