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CANTONE / SVIZZERACriminali stranieri, il dibattito accende il Nazionale

17.04.13 - 12:58
"La frontiera è un colabrodo" afferma Pierre Rusconi, Sommaruga replica che Schengen/Dublino è fondamentale
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Criminali stranieri, il dibattito accende il Nazionale
"La frontiera è un colabrodo" afferma Pierre Rusconi, Sommaruga replica che Schengen/Dublino è fondamentale

BERNA - L'utilità degli accordi Schengen/Dublino è stata al centro di una discussione, stamani al Consiglio nazionale, dedicata agli stranieri criminali e agli abusi in materia di asilo. L'UDC, che è stata all'origine del dibattito, si è ritrovata isolata nel chiedere la disdetta degli accordi. Alla fine, la Camera del popolo ha comunque accolto una serie di mozioni che imprimono un giro di vite. In questo senso, i democentristi hanno ricevuto l'appoggio degli altri partiti borghesi.

 

Statistiche alla mano, l'UDC ha tentato di dimostrare il fallimento dello spazio di Schengen/Dublino. Dall'entrata in vigore degli accordi, i reati sono in continuo aumento e "il nostro Paese è spennato come un tacchino a Natale", ha esclamato Adrian Amstutz (UDC/BE). Il sistema di scambio d'informazioni non funziona, ha sottolineato Andrea Geissbühler (UDC/BE), a sua volta agente di polizia.

 

Un colabrodo - "La frontiera è diventata un colabrodo", ha rammentato Pierre Rusconi (UDC/TI). La soppressione dei controlli alle frontiere interne e le lacune alle frontiere esterne fanno di Schengen una vera e propria libera circolazione dei criminali. Il Ticino è una cavia di questo esperimento veramente mal riuscito, ha aggiunto Rusconi. Nelle regioni di confine avvengono con inquietante regolarità crimini, attacchi agli uffici cambi e ai distributori di benzina, ha sottolineato. Le statistiche - ha proseguito - dimostrano che a livello svizzero, dopo Schengen, le rapine sono aumentate del 22% dal 2008 al 2009 e del 16% dal 2011 al 2012.

 

Pierre Rusconi ha anche denunciato la "beffa dei costi", nettamente superiori a quelli preventivati. Ha ricordato che nell'opuscolo elettorale del 2004 il Consiglio federale tranquillizzava il popolo, stimando i costi a 7,4 milioni di franchi all'anno, mentre ora lo stesso governo ha dovuto ammettere che tra il 2008 e il 2011 sono stati spesi in totale circa 268 milioni di franchi, ossia 67 milioni di franchi all'anno, una cifra quasi dieci volte superiore.

 

Più agenti - Disdire gli accordi - ha replicato Marco Romano (PPD/TI) - non eliminerà la criminalità straniera. Attribuire la responsabilità della situazione odierna agli accordi di Schengen e Dublino non risolve alcun problema, anzi rischia di privare il nostro dispositivo di sicurezza di importanti strumenti di lavoro, ha sottolineato Romano.

 

Per fare maggiori controlli - ha proseguito - servono più agenti: nei corpi di polizia cantonali, comunali e soprattutto, delle guardie di confine. Gli agenti devono poi essere dotati di mezzi e tecnologie efficienti. Tutto questo ha dei costi elevati, motivo per cui sono fondamentali le risorse necessarie. Quando si chiede maggiore sicurezza, protezione alle frontiere e più controlli si deve anche sostenere i crediti per aumentare gli effettivi del corpo delle guardie di confine e dei corpi di polizia nei cantoni. Negli ultimi anni - ha deplorato Marco Romano - è però stato fatto l'esatto contrario.

 

Costi sottovalutati - Eveline Widmer-Schlumpf gli ha risposto ricordando che si dovranno stanziare i mezzi necessari nel preventivo. Rivolgendosi a Pierre Rusconi, la ministra delle finanze ha invece ammesso che nel 2004 i costi sono stati nettamente sottovalutati, ma è ingiusto attribuirne la crescita esponenziale a un presunto mal funzionamento degli accordi.

 

Il sistema Schengen/Dublino non è "perfetto", ha dal canto suo constatato Simonetta Sommaruga. Tuttavia - ha aggiunto - solo la collaborazione internazionale in materia giudiziaria e di polizia può rispondere al dilagare della criminalità straniera. Ed è proprio ciò che consente lo spazio Schengen.

 

Sebbene i costi iniziali siano stati sottovalutati - ha sottolineato la Sommaruga - rispetto all'utilità essi sono accettabili. Disdire gli accordi costringerebbe la Svizzera a controllare 74 milioni di passaggi annui alla frontiera, ciò che è semplicemente impossibile. Senza l'accordo di Dublino, ogni richiedente l'asilo respinto potrebbe ripresentare una domanda in Svizzera.

 

Guardie di confine - Il Consiglio nazionale si è quindi pronunciato su una trentina di interventi in discussione. Con 170 voti contro 14, ha accolto la mozione di Marco Romano per aumentare gli effettivi del Corpo delle guardie di confine a un numero almeno uguale a quello in servizio prima dell'entrata in vigore di Schengen/Dublino. Pure accolta la mozione di Hans Fehr (UDC/ZH) che chiede un aumento rapido da 100 a 200 guardie.

 

Con 127 voti a 55, la Camera ha invece respinto la mozione di Pierre Rusconi che invitava il Consiglio federale a rescindere l'accordo di Schengen. Pure respinta, con 126 voti contro 58, la mozione di Lorenzo Quadri (Lega/TI) con cui chiedeva al governo di stabilire, in considerazione anche della decisione del 7 giugno dei Consiglio dei ministri europei, un sensibile potenziamento dei controlli al confine.

 

Test DNA - Con 92 voti contro 85, il Nazionale ha quindi approvato una mozione PPD che vuole sottoporre certi richiedenti l'asilo a un test del DNA, nell'intento di lottare contro la criminalità straniera, aumentata dopo la primavera araba, ha detto Christophe Darbellay (PPD/VS). Secondo il Consiglio federale, eseguire test a titolo preventivo e in modo sistematico su certe categorie di asilanti è contrario al principio della proporzionalità ancorato nella Costituzione.

 

Il Nazionale ha approvato una decina di interventi concernenti lo spazio Schengen/Dublino, tutti dello schieramento borghese. Il PLR ha ottenuto l'approvazione delle sue quattro mozioni. Con 105 voti contro 75, è stato accolto il testo che incarica il Consiglio federale di concludere un accordo con l'Italia, affinché si possano rinviare i richiedenti in treno e non soltanto in aereo.

 

Inoltre, dal momento che l'Italia ha raggiunto i limiti di capacità, il governo dovrebbe pure rinviare i rifugiati economici direttamente nel loro paese d'origine, ha deciso la Camera del popolo con 159 voti contro 26. Poi, i richiedenti l'asilo che disturbano l'ordine pubblico quando già si trovano in un cantone devono essere immediatamente ricollocati in un centro d'accoglienza federale. Nel contempo, la loro procedura d'asilo dovrebbe essere esaminata con urgenza.

 

Ats

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