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CANTONE"Un freno ai padroncini dall’Italia"

16.04.13 - 20:36
Michele Barra, l’ex muratore che prenderà il posto di Marco Borradori al Consiglio di Stato, chiede che venga messa al centro dell’attività governativa l’emergenza lavoro
Foto Ti-Press
"Un freno ai padroncini dall’Italia"
Michele Barra, l’ex muratore che prenderà il posto di Marco Borradori al Consiglio di Stato, chiede che venga messa al centro dell’attività governativa l’emergenza lavoro
BELLINZONA – Un ex muratore al posto di un avvocato. Questo di per sé rappresenta già una piccola rivoluzione in Governo. Michele Barra, asconese ed impresario costruttore di professione, si appresta tra qualche giorno a subentrare a Marco Borradori. Non a caso Barra ieri ha parlato di “priorità al lavoro”.  In Ticino, infatti, il tema sicuramente più sentito tra i ticinesi è quello dell’occupazione. Di certo più che della tanto discussa riforma dei compiti dello Stato o del risanamento delle finanze cantonali. La crisi della piazza finanziaria, la (spietata) concorrenza data dai lavoratori frontalieri, il dramma vissuto da tante famiglie della disoccupazione giovanile, l’angoscia esistenziale di tanti ultracinquantenni che perdono il posto di lavoro sono realtà in un Ticino che lo stesso Barra definisce di per sé un “Sonderfall”. Lo abbiamo raggiunto telefonicamente in questo primo pomeriggio, prima che iniziassero i lavori parlamentari in Gran Consiglio.
 
Da Borradori a Barra, l'assonanza c'è. Qualcosa cambierà?
“Ogni persona ha il suo modo di fare e di condurre il proprio lavoro. Certamente dei cambiamenti ci saranno. A giudicare la bontà del lavoro svolto, in tutti i casi sarà il popolo ticinese. Di certo io e Marco non siamo due gemelli che agiscono alla stessa maniera e allo stesso modo”.
 
Cambiamenti che riguardano sostanzialmente il lavoro: lei ieri ha parlato dei padroncini…
"Noi stiamo diventando la più grande fabbrica di lavoro al mondo per gli italiani. In Ticino ci sono 56mila frontalieri e ci stiamo avviando a raggiungere quota 35mila distaccati a fine anno. Sono tanti".
 
E quindi basta con la notifica online? Lei ieri ha parlato di sportelli che sostituiranno la semplice notifica online... Si può fare?
"Dobbiamo agire ed intervenire. E farlo al più presto. Noi dobbiamo diventare un “Sonderfall” della Svizzera. A me dispiace che l'Italia non riesca a risolvere i propri problemi, ma se andiamo avanti in questo modo il padroncino italiano soppianterà il piccolo e medio artigiano ticinese. Ha tutti i mezzi per farlo, compreso il vantaggio di poter fatturare 10mila franchi senza Iva. Questo comporta già di per sé un vantaggio dell’8% di differenza nei confronti dei nostri artigiani. I salari sappiamo che in Italia sono molto più bassi che in Ticino. E' chiaro e sono consapevole che queste persone vengono chiamate da noi ticinesi. Ma questa concorrenza crea e creerà problemi che dobbiamo risolvere”.
 
Lei dice che a chiamarli sono i ticinesi stessi, è vero. Questa situazione è dovuta anche al fatto che si  assiste a un generale raffreddamento del livello salariale e a forme anche eclatanti di dumping salariale che costringono il ticinese a risparmiare dove può…
"E' il classico esempio del cane che si morde la coda. Se non interveniamo al più presto assisteremo a un calo del gettito fiscale, a più disoccupazione, a più povertà e a più persone che necessiteranno dell'assistenza. Costi che alla fine, dovranno sopportare unicamente i ticinesi".
 
Guardiamo alla economia ticinese. Si parla anche spesso di turismo e di settore da rilanciare o di piazza finanziaria in crisi. Non bisognerebbe cominciare a parlare di ripensare al sistema formativo ticinese e promuovere la formazione dei giovani in altri ambiti lavorativi che non siano la banca e l'impiegatizio in generale?
"Sì, ha ragione. E' un lavoro che dovremo fare. Anche sulla scuola dovremo far capire che in Ticino non esistono soltanto i colletti bianchi. Il settore non ha più possibilità di esistere come lo era una volta. Certe famiglie dovrebbero capire che il loro figlio, piuttosto che puntare sul settore commerciale e bancario, ha altre possibilità. Ci sono anche delle professioni, come il muratore, l'elettricista e tante altre che danno parecchie soddisfazioni e che creano un alto valore aggiunto alla nostra struttura economica”.
 
Cleto Ferrari sarà suo assistente?
“Vorrei che mi segua, così come la segretaria, la signora Bignasci. Vorrei continuare sul solco lasciato, senza stravolgimenti.  Sono collaboratori capaci, che hanno lavorato per anni con Marco. E li ammiro molto".
 
 
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