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CANTONEIl Consiglio di Stato invita i Cantoni a sostenere il secondo tubo

04.03.13 - 12:45
Con una lettera, il Canton Ticino elenca le ragioni per sostenere il progetto
Foto Ti-Press
Il Consiglio di Stato invita i Cantoni a sostenere il secondo tubo
Con una lettera, il Canton Ticino elenca le ragioni per sostenere il progetto

BELLINZONA - Il Consiglio di Stato ha inviato una lettera a tutti i Cantoni, invitandoli a sostenere il progetto di risanamento della galleria autostradale del San Gottardo proposto dal Consiglio federale attualmente in consultazione.

Il progetto prevede la realizzazione di un secondo tubo, senza aumento della capacità, per garantire il collegamento sull’asse nord-sud anche durante la chiusura dell’attuale tunnel per i necessari lavori di risanamento. Una volta terminati questi ultimi, la circolazione avverrà nei due tubi su una sola corsia di marcia. Questa misura sarà iscritta nella Legge federale concernente il traffico stradale nella regione alpina - come anche l’attuale sistema di dosaggio del traffico pesante, il cosiddetto “contagocce” - impedendo così un aumento della capacità, nel pieno rispetto della Costituzione.

 

Nella sua missiva, il Consiglio di Stato ricorda le principali ragioni a sostegno di questa proposta:

-La realizzazione di un tubo supplementare, senza aumento della capacità, nell’ambito di lavori di risanamento non è una misura eccezionale. Ad esempio, per il risanamento del tunnel del Belchen (che collega i Cantoni di Basilea

Campagna e Soletta sull’A2), il Consiglio federale ha infatti deciso, sulla base di criteri tecnici, la costruzione di un terzo tubo. Ciò permette di gestire al meglio il traffico in transito, di accrescere la sicurezza e di rinforzare la stabilità del collegamento stradale. Queste sono tutte considerazioni valide, a maggior ragione, anche per il San Gottardo, per il quale sarebbe illogico applicare dei criteri differenti.

- La costruzione di un secondo tubo non rappresenta un lusso, visto che miglioramenti in materia di sicurezza e affidabilità del collegamento stradale dovrebbero costituire delle evidenze per la rete delle strade nazionali. I costi per questi miglioramenti sono contenuti: benché sia necessario considerare le cifre con una certa prudenza, i costi supplementari stimati tra i 625 e gli 854 milioni (da 16 a 21 milioni annui su un periodo d’ammortamento di 40 anni, o da 1 a 1,3 milioni per chilometro all’anno) non devono temere il confronto con altre opere di risanamento simili lungo la rete delle strade nazionali.

 

- Le varianti alternative alla costruzione del secondo tubo comportano dei rischi e sono insostenibili dal punto di vista della politica finanziaria, regionale e dei trasporti. In caso di rifiuto della proposta del Consiglio federale da parte del Parlamento o del popolo, le soluzioni alternative comportano una chiusura prolungata dell’attuale galleria e il trasferimento del traffico passeggeri e merci sulla rotaia (rispettivamente tra Airolo e Göschenen, nonché tra Biasca ed Erstfeld lungo la nuova galleria di base del San Gottardo). Questa soluzione è lesiva e rischiosa per la gestione del traffico e presenta altresì numerosi inconvenienti per ciò che concerne la logica della politica dei trasporti (il trasferimento del traffico pesante dovrebbe essere garantito da frontiera a frontiera, non solo tra Biasca ed Erstfeld), gli aspetti finanziari e di politica regionale (la costruzione di giganteschi e provvisori terminali di carico e scarico nelle nostre vallate, degli investimenti a fondo perso, si scontra con una forte opposizione).

- Il collegamento stradale del San Gottardo ha un importanza capitale per la coesione nazionale, esso rappresenta infatti l’unica via stradale sicura tra il Ticino e il resto della Svizzera. Una sua eventuale chiusura prolungata avrebbe

delle ripercussioni dirette sul quotidiano di molti nostri concittadini, i quali si affidano al transito regolare nel tunnel del San Gottardo per questioni professionali, familiari, di studio, mediche o ancora per partecipare a eventi

sportivi o culturali.

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