Ignazio Cassis ha discusso del problema, precisando l'importanza di distinguere fra chi si sposta per lavorare e chi chiede l'asilo. E sul passaporto? «Una decisione personale»
BERNA / BELLINZONA - «Ci sono troppi migranti in Svizzera». Parola di Ignazio Cassis, che nel corso di un’intervista rilasciata domenica sera al telegiornale della televisione della Svizzera romanda ha presentato una breve disamina della questione migratoria sul suolo elvetico.
Troppi migranti «ma non troppi stranieri», ha precisato il candidato al Consiglio federale spiegando come sia fondamentale distinguere fra «chi, dai paesi vicini, viene da noi per lavorare, sulla base della libera circolazione e degli accordi bilaterali con l’Unione Europea, e chi invece cerca l’asilo in Svizzera».
«Bisogna trovare un modo per ridurre questo afflusso» ha continuato Cassis riferendosi alla seconda categoria citata e precisando che «la popolazione lo ha chiesto, ha preso la propria decisione, e ora tocca a noi trovare una soluzione». Una soluzione idealmente «trovata lo scorso dicembre» che, secondo il Consigliere nazionale, costituiva la «maniera di trovare il migliore equilibrio tra la gestione dei flussi migratori e il farlo favorendo il mercato del lavoro».
«Una decisione - quella presa nel dicembre del 2016 per applicare il “9 febbraio” - che ai miei occhi e a quelli del PLR era la migliore possibile per non rovinare i nostri rapporti bilaterali con l’Unione Europea» ha dichiarato il candidato ticinese, spiegando che ora «bisognerà metterla in pratica e vedere se riuscirà a ridurre la pressione sulle zone di confine, e penso in particolare alla mia, il Ticino, dove il mercato del lavoro soffre questa migrazione».
«Niente illusioni» - Uno degli aspetti che più inquieta la popolazione in merito all’eventuale nomina di Cassis è però il suo rapporto con le casse malati. Interrogato sul suo “core business” il Consigliere ha dichiarato «che non sarà possibile ridurre i costi della sanità, quanto piuttosto rallentarne la crescita». Dire il contrario sarebbe «mentire alla popolazione».
«Il passaporto? Una mia decisione» - Due parole Cassis le ha spese anche a proposito della rinuncia al passaporto italiano: «È una decisione che ho preso per me stesso», e lo dimostra il fatto che lo scorso luglio «non ho rilasciato alcun comunicato», ha proseguito. «Ad alcuni potrà far piacere, ad altri meno. Ma è una decisione che mi appartiene» ha concluso il candidato.