È la risposta del Consiglio federale che raccomanda al plenum di respingere la mozione presentata da Lorenzo Quadri
BERNA - Seppur riprovevoli, i reati contro la vita e l'integrità della persona non giustificano la revoca della cittadinanza a un naturalizzato. Una simile disposizione sarebbe sproporzionata, scrive il Consiglio federale in risposta ad una mozione del consigliere nazionale Lorenzo Quadri (UDC/Lega) che raccomanda al plenum di respingere.
Secondo Quadri la prassi attuale per la revoca della cittadinanza è troppo restrittiva: essa trova applicazione al massimo nei casi di terrorismo o di spionaggio. Ma anche nei casi di terrorismo, indica il deputato leghista, la revoca non è imperativa.
Per il consigliere nazionale ticinese, chi si macchia dei crimini più gravi, in particolare quelli contro la vita e l'integrità della persona, non deve mantenere la cittadinanza svizzera nell'interesse della sicurezza e della reputazione della Svizzera.
A detta di Quadri, una maggiore severità contribuirebbe a «dare valore al passaporto elvetico, che premia l'integrazione dello straniero».