Il PS ha presentato una mozione al Consiglio di Stato in cui chiede anche di promuovere di contratti collettivi di lavoro
BELLINZONA - Il Partito socialista aveva accolto con grande soddisfazione la sentenza del Tribunale federale che, respingendo il ricorso del padronato e di più associazioni dell’economia, ha sancito l’introduzione di un minimo salariale di 20 franchi all’ora nel canton Neuchâtel. Ora il PS si rivolge al Consiglio di Stato con una mozione, affinché anche in Ticino venga introdotto il salario minimo.
«Ad oggi in Ticino tutti i Contratti normali di lavoro (CNL) emanati dal cantone prevedono una retribuzione oraria inferiore ai 20 franchi all’ora». La mozione, firmata da Ivo Durisch, chiede al Governo ticinese di «correggere direttamente questa distorsione o, tramite i suoi rappresentanti, di fare pressioni all’interno della Commissione tripartita affinché tutti i CNL siano immediatamente aggiornati in modo da prevedere uno stipendio minimo di 21.50 franchi all’ora, pari a 3’741 franchi al mese». La retribuzione oraria di 20 franchi non include infatti «le spese aggiuntive che una persona lavorando ha».
La mozione chiede inoltre al Consiglio di Stato di «aggiornare la scala stipendi del Cantone in modo da non prevedere nessun salario di entrata inferiore ai 44’891 franchi annui» e di «fare pressioni all’interno della Commissione tripartita affinché si promuovano in maniera decisa i Contratti collettivi di lavoro (CCL) di obbligatorietà generale - per combattere realmente il deterioramento del mercato del lavoro e il dumping salariale - e non si spinga più sui CNL, se non in caso di situazioni estremamente problematiche».