Sulle pagine del SonntagsBlick un durissimo affondo a Ignazio Cassis: «In Europa i conflitti d'interesse scandalizzano, in Svizzera vengono incoraggiati»
TICINO/BERNA - È sempre più incandescente Oltregottardo il dibattito sulla successione di Didier Burkhalter. In una presa di posizione pubblicata ieri sul Sonntagsblick, il giornalista Jacques Pilet, tra le altre cose fondatore di Hebdo, si schiera apertamente contro l’elezione di Ignazio Cassis: «Kein Kranken Cassis», ha titolato.
Secondo il giornalista l’elezione del ticinese è ormai data per sicura: «Che paese sconcertante è la Svizzera! Pensiamo di essere la migliore democrazia al mondo e selezioniamo uno dei sette saggi come una mera routine», scrive. «Ci hanno detto: è fatta, il ticinese Ignazio Cassis sarà eletto».
«La sua esperienza? Non si discute», continua Pilet prima di partire all'attacco: «Cassis è considerato un mediocre. Fantastico, i parlamentari amano la mediocrità». Secondo il giornalista romando la debolezza del ticinese è da cercare soprattutto nella politica internazionale, fattore che sarebbe importante per sostituire il ministro degli esteri.
L'affondo vero, però, arriva quando il redattore tematizza il legame tra il ticinese e le casse malati. «Cassis è un medico, ma non un medico come gli altri: è prima di tutto il migliore amico delle assicurazioni sanitarie», scrive parlando della associazione Curafutura, presieduta dal deputato. «In parlamento la lobby delle casse malati ha un sacco di influenza. Lo si è denunciato centinaia di volte, ma non è mai cambiato nulla. Ora se le casse malati riusciranno a mettere il loro uomo in governo, buonanotte!»
«In tutta Europa i conflitti di interesse sono discussi e scandalizzano, non in Svizzera. Al contrario, i legami vengono incoraggiati. Chiaro: nel nostro parlamento di milizia la maggior parte intrattiene collegamenti con gruppi economici o sociali. Ma tutto con moderazione. Con Cassis questa misura è chiaramente superata».
Pilet parla poi dei costi sanitari, in continuo aumento: «Le casse malati non hanno alcun reale interesse a ridurre i costi dell’assistenza sanitaria. Beneficiano troppo degli aumenti di fatturato. Si mostrano sempre preoccupati e mettono in guardia medici e pazienti. Ma è pura ipocrisia».
Pilet conclude parlando del federalismo: «Il federalismo ci porterà a un grave errore politico? Il successore di Didier Burkhalter, è verissimo, dovrebbe essere un latino. Anche se ciò non è indispensabile, bensì auspicabile. In ogni caso ci sono personalità migliori e più indipendenti in grado di sopportare la carica». La lista di Pilet passa per la ticinese Laura Sadis, la vodese Isabelle Moret. Ma accenna anche al solettese Kurt Fluri come alla bernese Christa Markwalder. E conclude: «In ogni caso bisogna tenere lo spaventapasseri delle casse malati lontano dal potere».