Il deputato MPS si interrogava circa i «silenzi sospetti» del direttore del DI. La risposta: «Ha saputo dell'inchiesta un attimo prima del Consiglio di Stato, il 22 febbraio»
BELLINZONA - Una risposta con annessa tanto di "lezione", da suonare così, alla stregua di una sonora bacchettata. È quanto il Governo ha inoltrato al deputato Matteo Pronzini che lo scorso 12 aprile chiedeva lumi in merito al caso Argo 1 e, in particolare, ai «silenzi sospetti» di Norman Gobbi.
Il deputato MPS si domandava in sostanza se Gobbi, «nonostante il lavoro degli inquirenti e il fatto che la Argo 1 fosse già sotto osservazione, sia stato davvero all'oscuro di queste indagini». E, se ciò fosse vero, «come mai l'autorità giudiziaria abbia obbligato un membro dell'Esecutivo a tenere all'oscuro i suoi colleghi di un'indagine penale nei confronti di persone che fornivano prestazioni delicate nei loro Dipartimenti».
Prima di entrare nel merito dell'interrogazione, però, il Governo si concede la propria impressione sulle domande di Pronzini: «Sia l’interpellanza che l’interrogazione devono portare su un oggetto d’interesse pubblico generale, che dev’essere indicato nel testo. Le domande da lei poste non rispondono a un interesse pubblico generale e ci chiediamo se il senso e la ragionevolezza di quanto richiesto, con i suoi interrogativi, non portino, alla fine, alla montatura di uno scarso costrutto».
Il Consiglio di Stato entra quindi nel vivo dell'interrogazione spiegando, sinteticamente, quando, come, da chi e in che termini il Governo sia stato informato delle inchieste penali nei confronti di persone legate ad Argo1.
«Il Consiglio di Stato in corpore è stato informato dal Comandante della Polizia cantonale, svincolato dal segreto d’ufficio, in data 22 febbraio 2017, al mattino, dopo che l’operazione era già scattata alcune ore prima. L’informazione è stata fornita in termini generali, nei limiti imposti da Procuratore generale della Confederazione Michael Lauber (per il caso di sua competenza) così come dal Procuratore generale John Noseda (per l’inchiesta penale di competenza cantonale), come del resto già ampiamento comunicato dai media».
Gibbi, invece, è stato informato «immediatamente prima del resto del Consiglio di Stato».