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CHIASSO Suicidio assistito in un appartamento in Corso San Gottardo?

19.02.17 - 08:25
I cittadini segnalano il caso. Il politico (Giorgio Fonio) fa scattare l’interrogazione e chiede spiegazioni al Municipio
Suicidio assistito in un appartamento in Corso San Gottardo?
I cittadini segnalano il caso. Il politico (Giorgio Fonio) fa scattare l’interrogazione e chiede spiegazioni al Municipio

SUICIDIO ASSISTITO

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Questi sondaggi non hanno, ovviamente, un valore statistico. Si tratta di rilevazioni aperte a tutti, non basate su un campione elaborato scientificamente. Hanno quindi l'unico scopo di permettere ai lettori di esprimere la propria opinione sui temi di attualità.

CHIASSO - E se il suicidio assistito venisse fatto tranquillamente in un appartamento privato a Chiasso? Non sappiamo quanto di vero ci sia in questa domanda. Fatto sta che è contenuta in una interrogazione firmata da Giorgio Fonio (PPD) che scrive: «Negli scorsi giorni alcuni cittadini hanno segnalato che in un appartamento di Chiasso, sembrerebbe nella centrale zona residenziale di Corso San Gottardo, si sia praticato (il condizionale è d’obbligo!) il suicidio assistito».

Nell’interrogazione il capogruppoPPD in Consiglio Comunale ricorda il precedentedell’Associazione Liberty Life, la quale esercitava assistenza al suicidio in un appartamento diMelano. Come siricorderà il Municipio diMelano sospesel’attivitàdell’Associazione. Questacambiò nome in LL Exit, ma tuttavia non ricevette mai alcuna licenza edilizia da parte del Municipio.Presentò dunque ricorso al Consiglio di Stato, ricorso respinto dallo stesso Governo con una motivazione alquanto discutibile: «la pratica del suicidio assistitopuò causare disagio al vicinato e quindi determinare delle immissioni moleste non permesse nelle zone residenziali previste dal Piano regolatore".

«Oltre alla delicatezza del tema che, aldilà delle ideologie e della morale, interviene in maniera irreversibile sulla vita di un essere umano, credo sia importante garantire la legalità e la tranquillità del vicinato». Giorgio Fonio

Nell’interrogazione Giorgio Fonio chiede dunque spiegazioni al Municipio di Chiasso. Innanzitutto se corrisponde al vero «che sul territorio comunale sono operative associazioni che negli appartamenti praticano il suicidio assistito», e se «una delle presunte associazioni attive a Chiasso è riconducibile a quella di Melano».

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COMMENTI
 

RV50 7 anni fa su tio
Perché vietare o ostacolare la libertà di scelta ? se una persona decide di sua volontà di essere assistito nel suo trapasso in modo dignitoso senza coinvolgere altre persone non vedo il motivo di accanirsi .... Io sig. Fonio le posso dire che nella mia carriera di macchinista FFS ho dovuto di persona superare per ben in tre casi di persone che si sono suicidate sotto i treni che io conducevo e non certo stato un momento piacevole. Quindi ben vengano quelle associazioni che assistono dignitosamente queste scelte . Certo che per fare politica tutto é concesso!!!

vulpus 7 anni fa su tio
Risposta a RV50
Ognuno è libero di pensare e fare quello che ritirnr giusto per la sua persona. Sicuramente ,per5 il macchinista non solo non è una situazione piacevole, ma qualche segno rimane ed è più che comprensibile. Ma questa attività che viene proposta in centro Chiasso,non ha nulla a che fare con chi decide un estremo gesto violento. Si ha purtroppo l'impressione che queste pratiche diventino operazioni commerciali, che sfruttano zone grigie della legge. Non penso che a Chiasso , nonostante le turbolenze cittadine ci sia la necessità di un tale servizio o prestazione. È evidente che si profila una operazione economica verso la vicina e tanto criticata Italia,con le relative conseguenze di legalià ed illegalità potenziali annesse.

Mac67 7 anni fa su tio
Risposta a vulpus
ci sono associazioni serie e rispettose della legge e con protocolli molto rigidi, che permettono a persone consapevoli ( capaci di intendere e volere) di autodeterminarsi, questo diritto lo ritengo sacrosanto. quello che non vorrei che per colpa di qualcuno, anche le associazioni serie perdano il diritto di operare anche in Ticino. sarebbe una grande perdita di liberta' individuale, per chi crede che la vita non deve essere sofferenza fisica o perdita della propria dignita, in caso di malattie che portano a demenza e perdita' dell'autodeterminazione. Non bisogna mettere tutto nello stesso calderone, chi si batte x un diritto e chi vuole sfruttare una zona grigia per lucrare, anche perchè per legge ex art 115 l'aiuto al suicidio non e' punito ( 5 anni di carcere) se effettuato senza motivi egoistici ( interessi economici) basta guardare su youtube si trova un documentario, in francese che spiega tutto quello che c'e' dietro un organizzazione seria che ha scrupoli. E poi si vedono altre che di remore non se ne fanno. Spero che se un giorno ne avessi bisogno, lo potro' fare, questo mi da la serenita' di non dover affrontare sofferenze. Spero tra molti molti anni ...

vulpus 7 anni fa su tio
Risposta a Mac67
Non entro a disquisire sul principio della scelta della morte piuttosto che quella della vita. Ma in questo caso ho la netta impressione che si voglia sfruttare l'assenza di qualsiasi regola in merito in Italia, per lucrare sulla situazione a 200 m dalla frontiera. In Italia questo non è permesso e neppure accompagnare qualcuno a farlo in un paese dove si può fare. Per cui la vicinanza con la frontiera permetterebbe questo e altro.

tip75 7 anni fa su tio

tip75 7 anni fa su tio
ahahhaha e cosa sarebbero le immissioni moleste?

Factotum 7 anni fa su tio
Risposta a tip75
Riporto una decisione del tribunale federale del 2010 poi ripresa per un'interrogazione al Consiglio di Stato TI: "la stanza della morte di (associazione), non poteva trovarsi nella zona residenziale del comune di (comune), poiché i vicini possono provare fastidi immateriali causati dall’attività svolta dall’associazione. Vivere accanto a un luogo in cui avvengono suicidi assistiti può provocare un certo malessere psicologico, anche se nulla avviene all’esterno e tutto è fatto discretamente.”
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