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LUGANOPronzini vuol far luce sull’anziana dimenticata

14.02.17 - 12:27
Il granconsigliere dell’MPS interroga il Consiglio di Stato sull’operato degli operatori sanitari
Pronzini vuol far luce sull’anziana dimenticata
Il granconsigliere dell’MPS interroga il Consiglio di Stato sull’operato degli operatori sanitari

LUGANO - Si torna a parlare della morte dell’anziana 83enne di cui avevamo dato notizia ad inizio febbraio attraverso un’interrogazione che Matteo Pronzini ha inoltrato al Consiglio di Stato.

La donna, come si ricorderà, dopo essere stata ricoverata per alcune cure all’Ospedale di Castelrotto era stata riportata al suo domicilio il 25 gennaio scorso da un volontario della Croce Verde e forse pure da alcuni operatori di Scudo (Il Servizio di Cure a Domicilio). La donna sarebbe però poi stata abbandonata a se stessa ed è stata rinvenuta priva di vita il 1° febbraio dalla Polizia, allertata da una vicina di casa.

Il condizionale sull’abbandono è d’obbligo, perché ci si trova confrontati con versioninon proprio chiarissime. «Quando gli operatori di Scudo si sono recati da lei il giorno dopo, l’anziana non avrebbe risposto, avrebbe risposto dicendo di non aver bisogno di nulla, o ancora avrebbe risposto dicendo “arrivo” ma non avrebbe mai aperto la porta», scrive Pronzini.

Una situazione già di per sé confusa dunque, al quale si aggiungono diverse lacune nel rispetto del protocollo interno di Scudo e le dichiarazioni del direttore amministrativo Enrico Conte: «la signora in questione rifiutava il nostro intervento e non ha firmato le condizioni quadro».


Alla luce di tutto ciò, Matteo Pronzini pone al CdS le seguenti domande:


1. Chi e per quale motivo aveva deciso il ricovero dell’anziana a Castelrotto?

2. L’ospedale di Castelrotto e Scudo hanno fatto in modo che l’anziana potesse prendere conoscere l’operatore che avrebbe dovuto occuparsi di lei al rientro a domicilio? Scudo ha partecipato alla fase di rientro dell’anziana al proprio domicilio? Se no, per quale ragione?

3. Quali erano i compiti assegnati a Scudo in relazione all’anziana?

4. Esistono dei protocolli,  emanati dall’autorità cantonale,  relativi alla presa a carico da parte dei SACD di pazienti provenienti da strutture acute/stazionarie? Se sì, nel caso in oggetto questi protocolli sono stati rispettati? Se no, perché non vi sono questi protocolli?

5. Esistono protocolli, emanati dall’autorità cantonale, sulle misure da intraprendere nel caso in cui delle persone anziani sole e appena rientrate da strutture acute/ stazionarie non rispondano agli operatori, rispettivamente non aprano la porta? Se sì, nel caso in questione questi protocolli sono stati rispettati?  Se no, per quale motivo non sono stati rispettati? Se no,  perché non esistono tali protocolli?

6. Corrisponde al vero che il medico curante è stato informato il giovedì  26 gennaio? Se sì, corrisponde al vero che lo stesso abbia rimandato il tutto a dopo il fine settimana?

7. Scudo ha provveduto a contattare ed informare l’Ospedale dove l’anziana era stata degente che il contatto con la stessa non era stato possibile?

8. Perché il Medico cantonale non ha ancora aperto un’inchiesta amministrativa su questo grave caso?

9. Il Medico cantonale ha segnalato il caso, come prescrive la Legge sanitaria, alla Commissione di Vigilanza ed al Ministero Pubblico?

10. Se no, perché non è stato fatto?

11. Sa il Consiglio di Stato se SCUDO ed il medico curante hanno  proceduto, come prevede la Legge sanitaria, a segnalare il caso al Ministero pubblico?

12. Ritiene il Consiglio di Stato che nel caso in questione l’anziana ha potuto beneficiare, come previsto dall’articolo 5 della Legge sanitaria, a prestazioni scientificamente adeguate all’esigenza di cura nel rispetto dei principi della libertà, dignità e integrità della persona umana?

 

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