Il deputato comunista Massimiliano Ay interroga il Governo e denuncia: «Tagli iniziati già una quindicina di anni fa. Dal 2001 tagliati 2'700 uffici postali»
BELLINZONA - Lo smantellamento di almeno 500 uffici postali, annunciato ieri dall'ex regia federale, ha fatto storcere il naso e preoccupare molti politici. Tra di essi troviamo il deputato comunista Massimiliano Ay che con un'interrogazione inoltrata oggi al Governo denuncia il modo d'agire del gigante giallo e chiede lumi al Governo.
«La Posta Svizzera - sottolinea il Gran Consigliere comunista nell'atto parlamentare - ha annunciato la chiusura della metà degli uffici postali sopravvissuti alle varie ondate di tagli iniziate una quindicina di anni fa. Se nel 2001 il popolo svizzero poteva contare su 3’500 uffici postali distribuiti sul territorio nazionale, oggi ne restano 1’500 che ora saranno ridotti a soli 800».
Per questo Ay chiede al Consiglio di Stato come «intenda intervenire per far pressione sui vertici de La Posta e tutelare gli interessi dei cittadini ticinesi che si vedono regolarmente tagliare i propri servizi pubblici». Il deputato inoltre vuole sapere quanti «uffici postali saranno smantellati in Ticino e quanti lavoratori residenti saranno colpiti».
Ay conclude chiedendo «quanti siano gli abitanti ticinesi che già oggi non dispongono più di un ufficio postale entro i limiti ragionevoli di distanza fissati dal Consiglio federale» e se il Consiglio di Stato «intenda considerare la proposta del Sindacato Autonomo dei Postini (SAP) che opponendosi allo smantellamento degli uffici postali, vogliono creare una Posta inter-cantonale e sviluppare una rete propria».