Scatta l'interrogazione: condizioni di salute, alti livelli di contaminazione e una politica «contraddittoria» nel mirino di Fabio Käppeli
BELLINZONA - Il sentore comune è che la «guerra alla droga abbia fallito» afferma il deputato Fabio Käppeli, spiegando come il proibizionismo nei confronti del consumo di cannabis abbia in realtà «contribuito ad esacerbare i problemi di salute» di chi ne fa uso.
Un presupposto che, sommato a fattori quali il crescente livello di contaminazione delle sostanze consumate, l'aumento del tenore di THC (passato da un valore medio del 6-8% di un ventennio fa ai picchi del 35% di riscontrati oggi in alcuni campioni, ndr.) e, non da ultimo, la presenza di una «politica contradditoria e poco coerente» in materia, ha spinto il deputato PLR, affiancato da ben 33 cofirmatari, a presentare al Consiglio di Stato una corposa interrogazione.
Cifre alla mano - Käppeli chiede in primis di stilare un bilancio numerico, per stabilire «quanti consumatori di cannabis» vi siano in Ticino, suddivisi secondo fascia d'età e tipologia di consumo, sollecitando il problema della crescente contaminazione e puntando i riflettori sugli interventi, presenti e futuri, che il Consiglio di Stato intende attuare per contrastare il problema.
Un programma cantonale - La proposta del deputato PLR è quella di costituire un «programma cantonale d'azione», simile a quanto già fatto nei confronti dell'alcol e del tabagismo. Inoltre, Käppeli chiede quali siano le motivazioni che hanno portato il Governo a rifiutare l'introduzione del drug checking, che sottolinea essere uno «strumento efficace per proteggere i giovani».
Oltre il Ticino - Volgendo lo sguardo oltre i confini ticinesi, il deputato cita infine l'esempio di altre realtà cantonali quali Berna e Ginevra, invitando il CdS ad esprimere la propria posizione in merito e chiedendo se esso non ritenga che la regolamentazione del mercato della cannabis possa tradursi in «un'opportunità per generare posti di lavoro per i residenti e un importante indotto per l'erario e le assicurazioni sociali».