Oltre all'Italia, l'iniziativa passata in Ticino ha suscitato grande interesse in Svizzera tedesca. Le reazioni
BELLINZONA - E' un lunedì come tanti altri. Sulla A2 si registrano i soliti rallentamenti di migliaia di lavoratori che, quotidianamente, oltrepassano i valichi di frontiera italo-svizzeri per venire a lavorare in Ticino. Ma su tutti aleggia l'ombra del risultato della votazione di ieri.
Grande interesse in Italia - In Italia, come già descritto ieri, la decisione della maggioranza dei votanti ticinesi di approvare l'iniziativa UDC "Prima i nostri", che chiede di dare la precedenza ai lavoratori residenti in Ticino a parità di qualifiche professionali, ha suscitato tutta una serie di reazioni politiche che, inevitabilmente, sono state seguite con interesse in Ticino. Ieri sera il TG2 ha dedicato un'ampia pagina alla votazione, così come tutti i giornali nazionali italiani.
«I ticinesi fanno arrabbiare gli italiani» - Il risultato, definito un "secondo 9 febbraio", ha trovato anche l'interesse dei media della Svizzera nordalpina. Sull'edizione del Tages-Anzeiger online si è messa in evidenza la reazione italiana al voto ticinese, e ha scelto come titolo: "La precedenza agli indigeni fa arrabbiare l'Italia".
I blogger svizzero-tedeschi - Nel blog dell'edizione online di 20 Minuten sono stati centinaia gli interventi dei lettori, che hanno commentato l'esito di una votazione che ha destato forte interesse. Sono stati diversi coloro che hanno manifestato contentezza per il risultato e ammirazione nei confronti dei votanti ticinesi, evidenziando come, dopo l'iniziativa sul burqa, che si pensava fosse di difficile applicabilità, con "Prima i nostri" si lancia un messaggio chiaro alla Berna federale. C'è addirittura chi chiede un rappresentante ticinese nel Consiglio federale: «Il nostro popolo coraggioso nel bel sud», scrive Daniel E. Obrist, «mostra come affrontare i problemi».
"Monito a Berna" - Sulla stampa ticinese, invece, l'esito della votazione ha trovato spazio negli editoriali dei tre quotidiani. Il Giornale del Popolo "parla di monito a Berna" proprio per il fatto che i ticinesi, consapevoli delle difficoltà di mettere in atto l'iniziativa, hanno voluto lanciare un segnale forte a Berna, dove qualche giorno fa, il Consiglio nazionale, ha adottato una soluzione "light" sul 9 febbraio.
"Vince la paura" - LaRegioneTicino ha sottolineato come «la paura» sia diventata ormai «piattaforma di lotta e di governo per chi - come la destra ticinese - intende gestire il potere indisturbato grazie ai consensi generati, appunto, da una falsa percezione». ««Prima i nostri» è uno slogan efficace, peccato però che l'efficacia in questo caso sia necessaria solo a generare la "comunanza della paura" mentre si è ben lontani dal constatare una comunanza data dalla penuria di lavoro, denaro, opportunità sociali e culturali».
"Il dilemma dei governanti" - Sul Corriere del Ticino, infine, si mette in evidenza la discrepanza tra l'economia ticinese, che presenta dati positivi, e la percezione di molti cittadini, che vivono una realtà sentita come «pesantemente negativa, priva di garanzie nel presente e con scarse prospettive per il futuro». Ed è forse quest'ultimo punto, ossia la mancanza di speranza di migliorare la propria situazione e la paura, invece, di cadere nella indigenza, che potrebbe spiegare il successo dell'iniziativa «Prima i nostri», ma anche il 45% di consensi all'iniziativa «Basta con il dumping salariale in Ticino» e il Sì cantonale all'inziativa AVSplus.
Il Corriere, inoltre mette in evidenza «il dilemma di fronte al quale si trova oggi chi governo e legifera». Se si applica «pienamente e fedelmente» quanto voluto dalla maggioranza dei votanti si andrebbe incontro ad un inceppamento del motore di sviluppo e di crescita dell'economia. Se non si applica l'iniziativa, invece, si rischia di deludere i cittadini e di alimentare un'antipolitica che porterebbe ad ulteriori proposte per «una chiusura o per un arroccamento dell'economia e del mercato del lavoro».