Il presidente della Regione Lombardia rassicura i frontalieri. «Vigileremo perché l'esito del referendum non si traduca in una lesione dei loro diritti». Plutino: «Il dumping è il problema»
COMO - «A partire da domani, la Regione Lombardia predisporrà le adeguate contromisure per difendere i diritti dei nostri concittadini lavoratori»: l'assicurazione è del presidente della Regione, Roberto Maroni, dopo l'esito della consultazione in Canton Ticino sui frontalieri.
«Accettiamo l'esito del referendum, naturalmente, ma vigileremo perché ciò non si traduca in una lesione dei diritti dei nostri concittadini lombardi o (peggio) nell'introduzione di discriminazioni o violazioni delle norme che tutelano i nostri lavoratori».
«Canton Ticino ha votato per bloccare l'ingresso a decine di migliaia di lavoratori lombardi (lavoratori, non immigrati clandestini) che - ha scritto Maroni sul suo profilo Facebook - ogni giorno attraversano il confine per lavorare (regolarmente) in Svizzera. L'esito del referendum è chiaro: il popolo sovrano si è espresso, viva la democrazia diretta».
Plutino: «Il problema è il dumping» - «C'è un clima di contrapposizione di gente che deve lavorare, che ha bisogno di lavorare. Ci sono dei problemi legati al dumping salariale che non dipende dai lavoratori ma dalle imprese che approfittano di un'offerta di manodopera che viene dal frontalierato in particolare». Lo ha affermato a Radio Vaticana Franco Plutino, presidente di Acli Svizzera.
Per Plutino, «il problema lo si è tentato di risolvere con i salari minimi. Ora ci sono proposte, che però non sono condivise, e che prevedono di aumentare il numero dei controlli».