Il Capogruppo della Lega in Gran Consiglio non nasconde dei problemi, ma chiede di non perdere di vista il problema centrale: «proteggere i nostri artigiani»
BELLINZONA - Dopo attacchi giunti da più fronti contro la Legge sulle imprese artigianali (LIA) e il suo promotore, il Consigliere di Stato Claudio Zali, accusato di aver compiuto un "pasticcio" (da più parti viene accusato di aver colpito le tasche degli artigiani ticinesi), Il Capogruppo della Lega in Gran Consiglio, Daniele Caverzasio, giunge in difesa del collega di partito.
Caverzasio non nasconde che nella legge vi siano dei problemi, ma chiede di non perdere di vista il problema centrale: «Oggi qualcuno gioisce e abbandona la nave perché si sono riscontrati dei problemi, peraltro già evidenziati in varie sedi, ma occorre lavorare insieme per proteggere i nostri artigiani».
Caverzasio va quindi a snocciolare qualche numero sui padroncini per mostrare l'attuale situazione: «nei primi sei mesi del 2016, il numero di notifiche per lavoratori distaccati e padroncini in Ticino ha registrato un ennesimo forte incremento, con un aumento del 10% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. A crescere sono state soprattutto le assunzioni di lavoratori esteri da parte di datori di lavoro ticinesi (+20,4%). Sono aumentati pure i giorni di lavoro svolti dai lavoratori notificati, che sono passati dai 291'740 del primo semestre 2015 ai 326'810 del primo semestre di quest'anno, per un incremento del 12%».
Da qui la scelta di istituire un albo degli artigiani che, spiega Caverzasio, «è stato voluto e approvato dal Gran Consiglio ticinese allo scopo di tutelare la qualità dei lavori delle imprese che operano in Ticino e per arginare il fenomeno dei padroncini e dei distaccati che provengono da sud, ovvero dall’Italia, e non da nord (altri Cantoni), dove il problema, di fatto, non esiste».
Il deputato leghista spiega pure le misure correttive apportata a tale legge per andare incontro ai piccoli artigiani ticinesi: «L’abbassamento della tassa d’iscrizione all’albo da 2000 a 600 franchi è, a mio avviso, un segnale importante e responsabile che il Governo ha voluto dare».
Senza nascondere le «criticità» nell’iter che ha portato alla creazione dell’albo degli artigiani, Caverzasio si schiera quindi in difesa di Zali: «Accusarlo di aver fatto un “pasticcio”, quando il Governo ha semplicemente dato seguito a quanto richiesto e successivamente votato (e approvato) dal Parlamento, soprattutto ora che si sta facendo il possibile per cercare di salvare l’albo degli artigiani è, a mio parere, decisamente di pessimo gusto. L’impegno del Dipartimento del territorio contro la concorrenza dei padroncini italiani è infatti evidente e sotto gli occhi di tutti i ticinesi e dovrebbe essere condivisa da altre forze politiche».
E non mancano frecciatine contro qualche collega: «Il mondo politico ticinese dovrebbe adoperarsi affinché l’albo rimanga in vigore, sebbene con i dovuti correttivi, anziché gioire all’insorgere di problemi, come recentemente manifestato da più parti. Stupisce alquanto che ora tutti vogliano giocare allo scaricabarile, in primis il primo firmatario dell’iniziativa parlamentare, Paolo Pagnamenta, che prima propone la nuova legge, poi ne sollecita l’introduzione al Governo, in seguito la sostiene in Parlamento, ed ora, constatate alcune criticità, ne addossa tutte le colpe al Consigliere di Stato Claudio Zali. In tal senso posso rassicurare Pagnamenta che Zali si assumerà, come ha sempre fatto, le proprie responsabilità, continuando a lavorare nell’esclusivo nell’interesse dei cittadini».