Presentata la campagna per la chiusura delle centrali atomiche: in Ticino si potrebbero creare oltre 4mila posti di lavoro
LOCARNO - «La Opel Olympia, messa in circolazione nel 1969: un motore semplicistico, niente poggiatesta, nessun airbag e chiaramente nessun sistema di frenata abs. Per fortuna modelli simili normalmente si trovano solo nel Museo dei Trasporti di Lucerna». È questa la campagna lanciata oggi a Locarno dal comitato “Sì all’uscita dal nucleare”. E che c’entra la Olympia? È perfettamente coetanea della centrale nucleare di Beznau. Entrambe sono state il massimo dell’innovazione tecnologica, affermano i promotori, ma 46 anni fa.
La centrale più vecchia al mondo - Beznau è ferma da un anno per questioni di sicurezza, ora il gestore la vorrebbe riaccendere. «Mantenere in funzione questa centrale è come guidare la Opel senza freni sistemi di sicurezza», ha spiegato Matteo Buzzi. Inoltre, tra quelle in funzione, si tratta della centrale nucleare più vecchia al mondo.
Vantaggi per il Ticino - Francesco Maggi, poi, si è soffermato sulle conseguenze economiche dell’uscita dal nucleare. «Valorizzerà l’idroelettrico ticinese», ha detto. Settore attualmente sotto pressione a causa della sovrabbondanza di corrente sporca nucleare e prodotta con il carbone, la quale costa meno. Conseguenze economiche positive rappresentante anche dagli investimenti connessi all’installazione di impianti fotovoltaici e solari termici, che creerebbero più posti di lavoro qualificati e commesse nelle aziende ticinesi, ha aggiunto Massimo Mobiglia. Secondo uno studio del 2012 di Energiestifting, in Ticino potrebbero crearsi 4’147 posti di lavoro.