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Il Procuratore Generale John Noseda dà ragione al Movimento per il Socialismo nella «disputa» con il Consiglio di Stato
LUMINO - «Le affermazioni contenute nel testo elaborato dagli iniziativisti non sono lesive dell’onore, trattandosi di critiche politiche che non colpiscono l’onorabilità personale dei destinatari» ha dichiarato il Procuratore Generale John Noseda nel merito della controversia sorta fra il Consiglio di Stato e il Movimento per il Socialismo, che lo scorso 25 luglio aveva informato l'opinione pubblico riguardo il «maldestro tentativo del CdS di censurare il testo a sostegno dell’iniziativa “Basta con il dumping salariale in Ticino” da recapitare agli elettori e alle elettrici unitamente al materiale di voto».
Il Consiglio di Stato sostiene che l'iniziativa «comporterebbe 75 nuovi ispettori il cui costo arriverebbe a 10 milioni», si legge nel comunicato. Una «bugia», sottolinea il coordinatore MPS Matteo Pronzini, «che il Consiglio di Stato continua a ripetere» e che ha spinto Pronzini e Sergi, che si sono assunti la paternità del testo presentato alla Cancelleria, a chiedere al Ministero Pubblico l'apertura di un procedimento penale.
«Venuta meno l'argomentazione del Consiglio di Stato», il Movimento per il Socialismo auspica che il ricorso al Tribunale Federale metta fine alla «censura politica» e permetta ai cittadini di poter «oggettivamente e senza censura maturare il proprio convincimento» in vista della votazione popolare del prossimo 25 settembre.
