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CANTONE«Diritti solo per chi possiede quel prezioso libricino rosso?»

12.07.16 - 12:45
Sara Beretta-Piccoli si schiera contro l'espulsione degli immigrati. Una posizione opposta a quella di Boris Bignasca, che giudica «fondamentale» la revoca dell'assistenza ai permessi B
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«Diritti solo per chi possiede quel prezioso libricino rosso?»
Sara Beretta-Piccoli si schiera contro l'espulsione degli immigrati. Una posizione opposta a quella di Boris Bignasca, che giudica «fondamentale» la revoca dell'assistenza ai permessi B

LUGANO - Un tempo considerata quale «processo naturale» e «grande ricchezza», che ha permesso al Ticino di diventare «la realtà avanzata che oggi conosciamo», come sottolineato dalla Consigliera comunale Sara Beretta-Piccoli, il fenomeno dell'immigrazione sembra aver assunto, presso determinate "coordinate politiche", l'infame ruolo di capro espiatorio di tutte le problematiche che affliggono la nostra realtà cantonale.

È infatti inaccettabile, secondo Beretta-Piccoli, che sia il solo possesso di «quel prezioso libricino rosso» l'unica determinante nel decidere se riconoscere o meno i «diritti uguali e inalienabili di tutti i membri della società umana», sanciti nella Dichiarazione universale dei diritti umani.

«Troppi altri, non nostri» che forse spaventano e quindi vengono espulsi perché magari hanno perso il lavoro, o perché incapaci di mantenersi completamente. Il tutto nella totale e «nobile omertà del governo». Decine di persone, che hanno mariti, mogli e figli svizzeri, «epurati nell'indifferenza generale».

Revocare l'assistenza per salvare il Ticino - La visione "storica" del fenomeno dell'immigrazione non rispecchia invece il quadro dipinto da Boris Bignasca, che in una presa di posizione odierna sottolinea come la revoca dell'assistenza ai titolari di un permesso B sia un «passo fondamentale» per salvare il Ticino, plaudendo all'operato di Norman Gobbi, che ha reso più efficiente l'allontamento degli «immigrati dello Stato sociale».

Sono infatti molti i casi di famiglie straniere, secondo Bignasca, che si trasferiscono in Svizzera con l'unico scopo di «farsi mantenere». Una situazione resa ulteriormente intollerabile a causa delle numerose «truffe» perpetrate da chi usufruisce dell'assistenza per poi fare «la bella vita all'estero».

Una posizione granitica quella espressa dal deputato leghista, che conferma la fermezza della Lega dei Ticinesi nel riconoscere l'incapacità del Ticino di «pagare tutte le prestazioni sociali a chiunque» metta piede nel Cantone.

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