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CANTONEPPD, e se il presidente fosse donna?

02.05.16 - 18:45
I popolari democratici attendono una nuova presidenza e una svolta. Nadia Ghisolfi lascia intendere che...
Foto d'archivio (Tipress)
PPD, e se il presidente fosse donna?
I popolari democratici attendono una nuova presidenza e una svolta. Nadia Ghisolfi lascia intendere che...

BELLINZONA - E se fosse una donna a prendere le redini del PPD? Dopo il tonfo alle Cantonali del 2015 e le successive dimissioni di Giovanni Jelmini, che il 22 aprile di un anno fa ha lasciato l'incarico, il Partito Popolare Democratico è rappresentato da Filippo Lombardi, consigliere agli Stati che funge da coordinatore ad interim della sezione cantonale.

Da anni il partito è alla ricerca di un rilancio che gli possa consentire di tornare protagonista, in un cantone che negli ultimi due decenni ha visto emergere movimenti politici come la Lega dei Ticinesi, figlia dello stravolgimento socio-economico ticinese derivante dalla globalizzazione e dall'apertura repentina dei mercati internazionali.

In un contesto politico cantonale in cui domina la lotta - tutta all'interno della destra - per l'egemonia tra PLR e Lega e la sinistra, in tutta Europa, subisce uno spostamento dei suoi elettori verso i partiti della destra sociale (in Germania, stando ad un rilevamento dell'Unione dei sindacati tedeschi, nelle ultime elezioni il partito di destra Alternative für Deutschland ha ricevuto molti voti da lavoratori dipendenti tedeschi sindacalizzati), il PPD ticinese non riesce a distinguersi nell'offerta politica. Addirittura nel dicembre dell'anno scorso i simpatizzanti e aderenti del PPD hanno partecipato a un sondaggio in cui si chiedeva la propria opinione su un possibile cambio di nome del partito. La maggioranza ha preferito mantenere l'attuale denominazione, ma si è detta aperta ad una maggiore collaborazione con gli altri partiti di centro, in particolare con il PLR.

Ora il PPD ha iniziato una fase di rinnovamento della sua dirigenza che partirà dalla sua base per arrivare, entro il 31 gennaio del 2017, alla nomina della nuova presidenza.

Un periodo ancora lungo che sta iniziando a far sorgere qualche interrogativo all'interno del partito.

Nadia Ghisolfi ha lasciato intendere alla Rsi che, nel caso le fosse proposta la candidatura alla presidenza, ci penserebbe «seriamente». La responsabile di donna-lavoro OCST ha dichiarato che «la carica importante, richiede grandissimo impegno, e di certo non c'è la fila».

Se si attende troppo, secondo la deputata in Gran Consiglio, si rischia che le persone che potrebbero valutare seriamente questa opzione possano poi desistere e rinunciarvi.

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COMMENTI
 

Gus 7 anni fa su tio
Poveri noi!

comp61 7 anni fa su tio
Risposta a Gus
sei donnofobo??
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